Tabaccaia uccisa, anatema del parroco: «Il killer si tolga dall’inferno»
Tabaccaia uccisa: è il giorno dell’addio. Della celebrazione funebre. Del ricordo. E allora, bandiere a mezz’asta dal balcone del municipio di Asti per il funerale di Maria Luisa Fassi, la donna astigiana barbaramente uccisa sabato scorso nel suo negozio. Decine le persone davanti al sagrato della chiesa, numerosa la folla di cittadini, generosa la presenza di giornalisti e tv davanti alla Collegiata di San Secondo dove viene celebrata la messa. «È importante che tutta la città per un giorno si fermi, o quanto meno rallenti, le attività per riflettere su Maria Luisa. Sulla sua fine brutale e ancora senza una verità investigativa. Su quanto sta accadendo nelle nostra città, sempre più nel mirino di violenza e criminalità.
Tabaccaia uccisa: il funerale
«Auguro all’assassino che si tolga dall’inferno che si è creato», ha detto il parroco don Giuseppe Gallo nell’omelia ai funerali della donna accoltellata a morte nella sua tabaccheria, e tra le mura della Collegiata di San Secondo è riecheggata tutta l’efferatezza del dramma. Una fine, quella della povera Maria Luisa Fassi, atroce, per evitare la quale la vittima si è difesa con tutte le sue forze, senza però riuscire a schivare i colpi, a lenire il dolore, a evitare il peggio. E proprio il pensiero della sofferenza patita dalla tabaccaia negli ultimi momenti della sua vita, ha indotto il parrocco ad ammettere durante le funzione funebre il limite umano di fronte al quale si ritroverebbe nell’ipotesi di un faccia a faccia con lo spietato killer. «Mi creerebbe problemi – ha detto infatti il celebrante – se l’assassino si venisse a confessare da me». Un delitto efferato e ancora avvolto nel mistero, quello della tabbacaia astigiana, di cui il religioso ha ricordato e ripetuto a più riprese la personalità limpida e la vita specchiata. «Maria Luisa è una persona splendida», ha più volte esordito don Gallo, aggiungendo anche quanto la sua famiglia abbia «vissuto con estrema riservatezza e fede il terribile momento, non mettendosi in piazza». E allora, anche in nome di questo, durante l’orazione funebre il religioso ha tuonato: «Io non ci sto a strumentalizzazioni politiche dell’accaduto», aggiungendo, rivolgendosi ai fedeli: «Avete troppe attese, spesso ingiuste, dalle forze dell’ordine. È compito vostro educare i figli, non delle forze dell’ordine»… E ancora. «Dobbiamo accanirci con la nostra coscienza», conludendo quindi: «Dobbiamo smettere di avere paura, perché nella paura sguazzano i prepotenti».
L’addio al feretro: un lungo applauso
Un’omelia seguita dai fedeli, culminata nell’applauso commosso della folla in chiesa. Un applauso che è continuato poi fuori dalla Collegiata di San Secondo al passaggio del feretro di Maria Luisa Fassi. Quattro le corone di fiori: una dei figli Giacomo e Agnese, due della Federazione italiana tabaccai, nazionale e locale, una dell’Associazione ristoratori e albergatori di Asti. I familiari della vittima, infatti, avevano espresso la richiesta di non donare fiori, ma di destinare semmai un’offerta alla Congregazione astigiana delle suore della Pietà. La salma è stata portata al cimitero cittadino, dove riposerà in un loculo accanto a quello di uno zio. «Se non cambia nulla in noi dopo questa esecuzione, abbiamo perso tempo», ha detto tra le tante cose il parroco don Giuseppe Gallo… Esecuzione: un’altra delle parole usate dal celebrante che rimanda alla brutalità dell’omicidio, una brutalità su cui riflettere a lungo…