Sentenza Rostagno: spunta Mattarella ospite al “circolo delle logge”

29 Lug 2015 15:58 - di Redazione

Ventisette anni dopo, l’omicidio di Mauro Rostagno rischia di produrre nuovi veleni. Veleni sotto forma conferenze. Perchè di cultura e di conferenze si tratta. Ma siccome, dalle carte, spunta pure il nome di Sergio Mattarella, la questione si fa intrinsecamente delicata. Praticamente esplosiva. Da maneggiare con estrema cura. O da evitare con accuratezza. Tant’è vero che né Corriere della SeraRepubblica hanno voluto dedicargli una virgola. Al contrario di quanto deciso da Il Fatto e rilanciato da Il Giornale e Libero: ovvero, le motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Trapani sull’omicidio di Mauro Rostagno. Motivazioni che portano a galla i nomi dell’attuale inquilino del Quirinale, allora semplice parlamentare Dc, e di altri due grossi calibri del potere politico isolano della prima repubblica: Calogero Mannino e Carlo Vizzini. Tutti e tre, insieme ad altri soggetti meno noti, sarebbero stati frequentatori del circolo “Scontrino”. Un centro culturale che organizzava conferenze e dibattiti, ma che avrebbe nascosto in realtà – scrivono i magistrati – un vero e proprio tempio massonico con logge zeppe di elementi mafiosi. E il problema è che poco prima di essere ucciso Rostagno aveva rivolto le sua ettenzioni proprio al mondo della massoneria trapanese. Insomma, una questione complicata, adesso riproposta dalle motivazioni della sentenza che ricostruisce l’intera vicenda di quell’assassinio eccellente. Sin da quando la polizia, perquisendo quel circolo culturale, scoprì l’esistenza di sei diverse logge. Perquisizione fruttuosa: perchè tra le agende e le rubriche zeppe di numeri di telefono di politici nazionali e locali, ecco comparire, per l’appunto, anche quello di Mattarella, all’epoca deputato Dc. Tutto ciò che si  legge adesso nelle motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Assise, il 16 maggio 2004, ha condannato il boss Vincenzo Virga e il killer Vito Mazzara, rispettivamente quali mandante ed esecutore dell’omicidio del giornalista. Secondo la Corte, l’assassinio di Mauro Rostagno è avvenuto par mano mafiosa ed è maturato nell’ambito di “trame collusive” delle cosche criminali locali con altri ambienti di potere del trapanese. La fabbrica dei veleni lavora a pieno regime.

 

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