La nuova dottrina Putin: la flotta russa schierata nel Mediterraneo

27 Lug 2015 14:57 - di Valeria Gelsi
putin flotta russa

Tutelare gli interessi economici, puntellare i confini, dare una registrata alle alleanze e non solo. È un vero e proprio piano di strategia geopolitica quello che emerge dalla nuova dottrina navale russa, che prevede tra l’altro una presenza «permanente» nel Mediterraneo per trasformarlo «in una zona di stabilità politico-militare e di buon vicinato».

Il discorso di Putin

Il testo, approvato nel giorno della Marina e pubblicato sul sito della presidenza russa, è stato presentato dallo stesso Putin nel corso delle celebrazioni a Baltisk, nell’enclave di Kaliningrad. Un discorso tutto improntato all’orgoglio patriottico, quello del leader del Cremlino, che ha sottolineato che «la nostra patria ha dimostrato di essere una grande potenza marittima grazie al coraggio dei suoi marinai, al talento dei suoi costruttori navali, all’audacia del suoi famosi esploratori, pionieri e leader della Marina». «Per noi – ha aggiunto Putin – questo status è una grande responsabilità di fronte alla storia, ai nostri antenati che hanno costruito la gloria marittima della Russia e, naturalmente, alle future generazioni alle quali dobbiamo lasciare una marina moderna e potente».

Artico e Atlantico: le priorità strategiche

Ma anche se Mosca intende rendere permanente la sua presenza della sua flotta nel Mediterraneo, Mosca punta soprattutto a rafforzarsi nell’Artico e nell’Atlantico. Sono queste due zone – secondo quanto spiegato dal vicepremier e sovrintendente ai progetti artici, Dmitri Rogozin – le vere priorità della nuova dottrina navale. «L’accento principale è in due direzioni, l’Artico e l’Atlantico», ha dichiarato Rogozin, chiarendo che la priorità atlantica «è legata al fatto che lì recentemente c’è stato uno sviluppo molto attivo della Nato e un suo avvicinamento ai nostri confini». Quanto all’Artico, per il quale la flotta russa riceverà nuovi rompighiaccio, Mosca intende tutelare i suoi interessi strategici legati alla ricca presenza di idrocarburi. La nuova dottrina navale prevede inoltre una stretta cooperazione con la Cina nella regione pacifica e con l’India nell’Oceano Indiano.

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