Nel 2016 Renzi privatizzerà (ma solo per il 40%) anche Ferrovie dello Stato

3 Lug 2015 8:41 - di Redazione

Oggi summit al Tesoro con il ministro Padoan sulla quotazione di Poste e Ferrovie dello Stato, racconta Celestina Dominelli su “Il Sole 24 Ore”. Le voci su un possibile avvicendamento al vertice del gruppo si rincorrono ormai da settimane. Ma il numero uno di Ferrovie, Michele Mario Elia, tira dritto. A Bruxelles, Elia ha confermato la road map sulla privatizzazione del gruppo (l’idea è di quotarne il 40%) e la volontà di tagliare il traguardo nel 2016.

Ferrovie dello Stato è già una spa: sul mercato andrà il 40% delle sue quote

La valorizzazione di Ferrovie, come quella di Poste, è in cima all’agenda dell’esecutivo e sul dossier è al lavoro una task force interministeriale che è presieduta dal capo della segreteria tecnica del Mef, Fabrizio Pagani. E, proprio per questa mattina al ministero per l’Economia, è convocata una riunione con il titolare del dicastero, Pier Carlo Padoan, l’ad di Poste Francesco Caio, gli advisor (La2ard, Rothschild, lo Studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners e Clifford Chance) i global coordinator (Mediobanca, BofA- Merrill Lynch, UniCredit, Intesa Sanpaolo e Citi) e i bookrunners per fare il punto sul processo di privatizzazione della società dei recapiti.

Si aspetta solo l’ok da Bruxelles per la quotazione sul mercato di Ferrovie dello Stato

L’operazione sta entrando nel vivo: il prospetto informativo è ormai quasi completato. Il nuovo statuto della società, destinato a recepire le modifiche della governance (con l’ampliamento del cda da 5 a 9 consiglieri) e l’introduzione di un tetto al possesso azionario attorno al 5%, è al vaglio dei legali per le ultime limature e sarà portato all’approvazione dell’assemblea a fine mese. A metà luglio, poi, il management incontrerà gli analisti a Londra per entrare più in dettaglio nei numeri del piano industriale e consentire l’elaborazione delle prime valutazioni della società. Con il ministro si farà il punto su tutti questi dossier, ma anche sullo stato di avanzamento del contratto di programma che do vrà recepire la riforma del settore dei recapiti (consegna a giorni alterni e aumenti tariffari). Una riforma che ora è all’esame degli uffici di Bruxelles che dovranno decidere, sempre entro fine luglio, se gli ampi margini consentiti in Italia per la consegna a giorni alterni siano compatibili con le normative comunitarie.

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