‘Ndrangheta a Milano: 40 condannati tra imprenditori e capoclan

27 Lug 2015 17:51 - di Redazione

Il gup di Milano  ha condannato a pene fino a 20 anni di reclusione 40 persone arrestate lo scorso dicembre nell’ambito dell’inchiesta “Rinnovamento” sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in città. La pena più alta è stata inflitta a Giulio Martino, il presunto capo della cosca legata al clan di Reggio Calabria Libri-De Stefano-Tegano. Condannato a 4 anni e 4 mesi di carcere l’imprenditore Cristiano Sala, che avrebbe cercato di mettere le mani sul servizio catering per le partite del Milan allo stadio San Siro.

Accolto l’impianto accusatorio della Dda

I 40 condannati sono gli imputati che hanno scelto di essere processati con rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena. La sentenza nei loro confronti è arrivata il giorno dell’anniversario della strage di via Palestro a Milano. Su un muro all’estero dell’aula bunker di via Ucelli di Nemi, dove si è svolto il processo, tra l’altro è ancora tracciata una delle scritte («41 bis uguale tortura») comparse nei giorni scorsi a Milano e riferite al carcere duro per i detenuti accusati di associazione mafiosa. Nelle scorse udienze i pm della Dda di Milano Paola Biondolillo e Marcello Tatangelo avevano chiesto la condanna di tutti gli imputati, tra cui imprenditori che si sarebbero messi al servizio della ‘ndrangheta, a pene da due anni e due mesi fino a 20 anni di reclusione.

La ‘ndrangheta voleva entrare nel servizio catering di San Siro

Secondo quanto è emerso dalle indagini, la cosca operava nella zona di Milano tra piazza Prealpi e viale Certosa. Tra le accuse contestate, quindi, anche un tentativo di infiltrarsi nelle attività allo stadio di San Siro. L’imprenditore Cristiano Sala, fondatore della holding del settore della ristorazione “Maestro di casa”, fallita nel 2010, attraverso un’altra impresa riconducibile a lui era riuscito infatti ad aggiudicarsi il servizio di catering al Meazza per la stagione 2014-2015 screditando – con la complicità di un ex-carabiniere corrotto con 1000 euro – l’azienda concorrente di fronte alla società appaltante, la Milan entertainment.

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