Napoli, poligoni sui tetti per addestrare baby camorristi a fare i cecchini
I tetti del centro storico di Napoli usati come poligono di tiro per i “baby boss“. È quanto hanno scoperto i carabinieri nel borgo Sant’Antonio Abate, una delle zone della città teatro di sparatorie. Trovati una pistola, 51 munizioni per armi e 22 cartucce per fucile. E sul tetto di un edificio è stato scoperto il poligono di tiro con le antenne paraboliche sforacchiate dai colpi.
Napoli, usate pistole vere
Sul terrazzo i carabinieri hanno trovato una dozzina di bossoli e, nei muri di confine, fori e ogive conficcate. Nella ricostruzione degli investigatori, i giovanissimi utilizzavano pistole vere. I carabinieri hanno accertato che i colpi venivano sparati in diverse direzioni, contro le antenne paraboliche e contro i muri di confine senza finestre; i proiettili di rimbalzo, però, avrebbero potuto colpire le persone che abitano nelle numerose case circostanti. Un pericolo enorme che – evidenziano gli investigatori – nessuno dei vicini ha pensato di denunciare. La pistola calibro 9 parabellum con la matricola abrasa e le munizioni sono state trovate dai carabinieri in una busta nascosta dietro una struttura in legno, nel cortile della palazzina.
Napoli, i bossoli saranno sottoposti a esami balistici
Arma e bossoli saranno inviati al Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche (Ris), per le analisi balistiche: l’obiettivo è verificare la compatibilità con quanto recuperato sui luoghi dove si sono verificati l’omicidio di Emanuele Sibillo, 20 anni, elemento di vertice dell’omonimo gruppo camorristico di Forcella, e il ferimento di tre giovani tutti minorenni, un 16enne e due 17enni, uno dei quali è ricoverato in gravissime condizioni nell’ospedale Loreto Mare di Napoli. Si tratta degli ultimi due fatti sangue avvenuti tra Forcella e i cosiddetti Tribunali. Teatro delle sparatorie è stata sempre via Oronzio Costa, nel quartiere San Lorenzo, nei pressi di Castel Capuano, ex sede del Tribunale di Napoli. Una zona della città dove ora maggiore è la recrudescenza del crimine malavitoso le cui fazioni in lotta si stanno contendendo il controllo delle estorsioni e dello spaccio. A casa dello zio di uno dei tre giovani coinvolti nella sparatoria, un pregiudicato di 39 anni agli arresti domiciliati per spaccio, sono stati trovati anche 10 grammi di marijuana.