Metro C, la stazione Pigneto inaugurata e subito chiusa per vandalismo

4 Lug 2015 13:21 - di

Roma insicura e senza controlli, neanche lungo le tratte della metropolitana, perfino nelle stazioni. Lo dimostrano i numerosi scippi e borseggi che puntualmente avvengono nei bus e nella metropolitana. E un’ulteriore conferma dell’inefficienza del sistema di sicurezza arriva anche dagli atti vandalici, come dimostra la chiusura della nuova stazione Pigneto della Metro C. Inaugurata da qualche giorno è, infatti, rimasta sbarrata  per la rottura delle vetrate esterne in prossimità dei tornelli di accesso alla metropolitana. I vigili del fuoco hanno deciso la chiusura della stazione perché la lastra di vetro del lucernaio si trova a circa venti metri di altezza ed è pericolante. «Il deprecabile gesto – si legge in una nota di Atac – arriva a pochi giorni dalla apertura al pubblico della stazione, avvenuta lo scorso 29 giugno nell’ambito del l’attivazione della nuova tratta Parco di Centocelle-Lodi. Atac, impegnata con ogni sforzo nel miglioramento del servizio di trasporto pubblico offerto alla città, fa appello al senso civico di tutti i cittadini per la tutela dei beni pubblici e stigmatizza l’accaduto, giudicando intollerabile ogni atto violento contro le risorse, materiali e umane, che ogni giorno sono al servizio della mobilità cittadina». E il sindaco Marino, che l’aveva inaugurata in pompa magna prendendosi i meriti non suoi, che fa? Si limita a un laconico tweet: «Meno di sette giorni e un’azione di vandali danneggia Metro C al Pigneto. La stupidità di pochi danneggia tutta Roma». Null’altro.

Metro C, le polemiche e l’esposto dell’Anticorruzione

Già le polemiche avevano travolto una delle più importanti e costose infrastrutture nazionali: costi d’investimento saliti di 700 milioni a fronte di “un ridimensionamento del progetto”; 45 varianti, molte introdotte dopo rilievi archeologici senza “adeguate indagini preventive”; 65 milioni riconosciuti dopo un arbitrato a Metro C per attività “già ricomprese” nell’affido iniziale; “mancanza di trasparenza ed efficienza”; irragionevoli “vantaggi riconosciuti al contraente generale dell’opera”. Con queste motivazioni l’Anticorruzione ha, infatti, inviato alla Corte dei conti gli atti dell’ispezione sulla metro C di Roma ipotizzando danni all’erario. La delibera è firmata dal presidente dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, e dal segretario Maria Esposito.

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