Mafia, sul tavolo di Alfano la relazione del prefetto: Marino sarà graziato?
“E’ appena arrivata sul mio tavolo la relazione del prefetto Gabrielli” sul Comune di Roma. Lo annuncia il ministro degli Interni Alfano e spiega che la sua “non sarà una decisione preconfezionata o precostituita, ma formerò il mio convincimento in base alla relazione del prefetto”. In ogni caso deciderà prima dei tre mesi previsti dalla legge.
Mafia, Alfano ha tre mesi di tempo per decidere
Ricevuta la relazione di Gabrielli, Alfano ha ora tre mesi di tempo per valutarla con i suoi uffici e formulare quindi una propria proposta da presentare al Consiglio dei ministri. Nel caso in cui non sussistano i presupposti per lo scioglimento del Comune, il ministro emana comunque un decreto di conclusione del procedimento in cui dà conto degli esiti dell’attività di accertamento. Nel 2012 il Consiglio dei ministri, su proposta dell’allora ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, dispose lo scioglimento del Comune di Reggio Calabria, il primo capoluogo di provincia ad essere colpito dal provvedimento.
Gasparri: il Comune va sciolto per infiltrazioni mafiose
Per il senatore Maurizio Gasparri (FI) l’unica soluzione è lo scioglimento. “Stando a ciò che si è appreso dalla stampa, nelle 700 pagine della relazione prefettizia – afferma Gasparri – ci sono tutti i presupposti per lo scioglimento per infiltrazioni mafiose o quanto meno per violazione di legge – aggiunge – È indispensabile a questo punto rendere pubblico l’intero contenuto del documento. Abbiamo il diritto di capire perché il Comune di Roma non sia stato ancora sciolto. Una decisione che appare immotivata e incomprensibile, visto che in passato per piccoli Comuni si è provveduto in tal senso per banali sospetti di infiltrazioni o non meglio motivate violazioni di legge. Ricordo a tutti, anche a chi avrebbe dovuto da tempo sciogliere il Comune di Roma, che in Italia esiste ancora il codice penale. Chi, per mere indicazioni e convenienze politiche, non rispetta la legge ne risponderà davanti ai magistrati”.