Liberia, torna l’incubo Ebola: due nuovi casi nello stesso villaggio

2 Lug 2015 12:44 - di Martino Della Costa

Liberia, torna l’incubo Ebola: nello stesso villaggio, a 40 chilometri dalla capitale, un ragazzo è morto e un uomo risulta al momento contagiato. L’Africa torna a tremare: la Liberia è nuovamente alle prese con un virus che, se non invincibile, sembra essere quantomeno duro da estirpare.

Liberia: nuovi casi di Ebola

la Liberia, dunque, dopo essere stato dichiarato dall’Organizzazione mondiale della sanità paese libero dal virus lo scorso 9 maggio. Dopo aver pagato alla malattia il sacrificio di molte vite. Dopo aver vinto la paura del contagio pandemico, ora torna a fare i conti con l’Ebola: un nuovo decesso rimette in discussione sicurezze e strategie cautelative, costringendo le autorità liberiane ad alzare nuovamente il livello di guardia. La scorsa settimana, infatti, è morto un ragazzo di 17 anni, e l’esistenza di un secondo caso nello stesso villaggio, Nedowein – 40 km a sud dalla capitale – è stata confermata appena 24 ore fa. E su tutto, l’autorevole impratur del ministro della Salute, Bernice Dahn.

Villaggio in quarantena

Per far fronte alle nuove emergenze, e immeidatamente dopo il decesso del ragazzo, le autorità liberiane hanno messo in quarantena l’intera area, e anche il funerale dell’ultima giovane vittima del virus è stato eseguito secondo le misure di sicurezza. Per quanto riguarda invece l’uomo che ora è risultato positivo al virus, è stato reso noto che pur non avendo vissuto col ragazzo morto, è stato comunque in contatto fisico con lui, pertanto si è reso necessario il suo trasferimento in un centro di cura a Monrovia. Un erborista che aveva trattato il ragazzo è invece sfuggito alle autorità e risulta attualmente in fuga. Non è ancora chiaro, infine, come il teenager morto sia stato contagiato. Nella giornata di mercoledì, intanto, un centinaio di operatori sanitari coinvolti nella gestione dei malati di Ebola ha preso d’assalto il ministero della Salute a Monrovia, chiedendo di essere pagati per il rischio, e lamentando di non aver ricevuto niente da quando il paese è stato dichiarato libero dal virus dall’Organizzazione mondiale della sanità. Fino a questi due nuovi, drammatici casi.

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