Jobs Act, contrordine compagni: la giunta Pd di Bologna ripristina l’art. 18

7 Lug 2015 13:23 - di Valeria Gelsi
bologna jobs act articolo 18

È ancora braccio di ferro, nel Pd, sull’articolo 18. Com’è possibile? Con una sfida al governo che arriva dalla città di Bologna: nel nuovo protocollo sugli appalti di Palazzo d’Accursio e delle sue controllate è stata inserita una clausola che impone una disciplina sui licenziamenti diversa da quella del Jobs Act.

Cosa prevede il protocollo d’intesa

Non una semplice battaglia delle parole, ma una sconfessione concreta dell’azione del governo, che arriva per di più da un sindaco Pd, quando i giochi sembravano ormai conclusi. La clausola è contenuta in un protocollo, di cui ha dato notizia Repubblica, per evitare le infiltrazioni mafiose e garantire lavoratori e qualità del lavoro. L’accordo è stato firmato dal sindaco Virginio Merola, dai rappresentanti delle associazioni economiche e dai sindacati. Gli accordi riguardano non solo gli appalti, ma anche la fornitura di servizi e si articolano su quattro temi principali: legalità, tutela del lavoro, tempi certi per il pagamento alle aziende e sostegno alle imprese di qualità.

«Neutralizzato il Jobs Act»

Concretamente sono previsti l’addio al meccanismo di massimo ribasso, a vantaggio dell’offerta «economicamente più vantaggiosa», l’assegnazione di un valore al “rating di legalità” delle imprese, una collaborazione più stretta tra Comune, aziende e utenti in materia di welfare e una premialità per le aziende più virtuose. In particolare, per quanto riguarda il lavoro, viene stabilita una «clausola sociale» che prevede che, in caso di subentro in un appalto, siano assorbiti gli esuberi dell’azienda originariamente assegnataria dell’incarico. È qui che il protocollo stabilisce «il mantenimento dei diritti e delle condizioni retributive di provenienza», compreso l’articolo 18. Un passaggio che ha fatto dire ai sindacati che «la recente normativa sul tema del lavoro, nota come Jobs act, è stata neutralizzata, a dimostrazione che il tema non è quello di abbassare i diritti e le tutele di chi, tra l’altro, ne ha sempre avuti molto pochi, ma di creare buona e stabile occupazione».

 

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *