La Grecia paga i debiti con altri prestiti, ma le riforme chieste dall’Ue restano al palo

20 Lug 2015 18:23 - di Redazione

Si avviano alla normalità i rapporti tra la Grecia ed il resto d’Europa. Più che il ruolo delle riforme (l’unica novità finora adottata riguarda l’aumento delle aliquote Iva che ha fruttato all’erario ellenico circa un miliardo di entrate), poté il potere del denaro. Infatti, non appena la Commissione Ue ha reso noto di aver concesso 7,16 miliardi alla Grecia quale prestito ponte potrà per onorare gli arretrati al Fmi di Christine Lagarde (che si è subito dichiarato pronto ad assistere la Grecia nei suoi sforzi per tornare alla stabilità finanziaria e alla crescita) e le scadenze alla Bce presieduta da Mario Draghi, Atene – come precedentemente annunciato a Bloomberg da un funzionario del ministero delle Finanze greco – ha immediatamente fatto partire l’ordine per rimborsare 6,8 miliardi di euro a Bce, Fmi e Banca centrale greca.

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Sul fronte più politico spicca invece la seduta del Parlamento greco di mercoledì, giorno in cui i deputati voteranno la riforma del codice di procedura civile e l’adozione di una normativa europea per sostenere le banche contro le crisi. Secondo il sito del quotidiano Kathimerini, che ha citato un annuncio del governo, nella lista delle azioni prioritarie che la Grecia si è impegnata a mettere in atto non sono state incluse le modifiche ai prepensionamenti e le eventuali modifiche alla tassazione degli agricoltori, misura – questa – apertamente contestata dai moderati di Nea Dimokratiail partito di centrodestra oggi all’opposizione del governo guidato da Alexis Tsipras.

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Di tagli al sistema previdenziali parla invece, in un’intervista all’agenzia ellenica Ana-Mpa, il ministro del Lavoro greco George Katrougalos: «Le pensioni anticipate – ha annunciato – a parte quelle esentate perché relative alle professioni insalubri e ai genitori con figli disabili, saranno abolite». Una dichiarazione che dice e non dice e che soprattutto non dà alcuna certezza sui tempi. Lo stesso ministro ha parlato di «accordo forzato» e di «ritirata tattica» dicendo a chiare lettere che sul tema pensioni «c’è spazio per muoversi e in questo quadro ci piacerebbe farlo come governo di salvezza sociale».

 

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