Gioielliere ucciso, possibile l’dentikit del killer: a un passo dalla svolta?

18 Lug 2015 13:29 - di Ginevra Sorrentino

Gioielliere ucciso, gli investigatori lavorano alacramente sul caso e, nel riserbo degli inquirenti, sembra che siano al vaglio delle acquisizioni importanti: un possibile identikit del killer, impronte digitali, tracce biologiche e le immagini delle telecamere della zona. Tanti tasselli per un mosaico dell’accaduto criminale tutto da ricomporre…

Gioielliere ucciso, l’autopsia

Quel che è certo è che l’assassino era armato di un coltello quando mercoledì pomeriggio è entrato nel negozio nel centralissimo quartiere Prati a Roma del gioielliere romano Giancarlo Nocchia per compiere una rapina: e depredare quanto più possibile da scaffali e vetrine. Una lama, quella in suo possesso, con cui ha minacciato e ferito l’orafo durante la colluttazione nata quando il settantenne ha provato a reagire. L’autopsia effettuata al policlinico Gemelli sul corpo di Nocchia ha confermato infatti il quadro emerso durante l’ispezione del medico legale.  Ma la ferita letale non sarebbe quella procurata dal coltello: a quanto emerge dai riscontri autoptici, infatti, il gioielliere è deceduto in seguito al colpo ricevuto alla testa che gli ha provocato una profonda ferita con una grossa perdita di sangue. Il che non esclude comunque che sul corpo sono state riscontrate anche ferite d’arma da taglio: su una gamba e sulle braccia in particolare. L’ipotesi è che, alla reazione del gioielliere, il malvivente lo abbia prima ferito con la lama e poi impugnato un oggetto, probabilmente trovato nel negozio, lo abbia colpito con forza al volto. Sia il coltello sia “l’arma del delitto” non sarebbero stati però ancora ritrovati.

Le indagini: i sopralluoghi

Gli investigatori hanno sequestrato sul pavimento del laboratorio orafo diversi oggetti su cui sono in corso accertamenti. Sulla vicenda proseguono le indagini dei carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Roma guidati dal colonnello Lorenzo Sabatino. I militari hanno svolto sopralluoghi nel laboratorio dell’orafo di via dei Gracchi per isolare eventuali impronte digitali e tracce biologiche, stanno vagliando immagini registrate dalla telecamere di zona e ascoltando familiari, amici e testimoni. Per il momento si pensa che il responsabile abbia agito da solo e non avesse complici ad attenderlo all’esterno. Dopo il “colpo” finito in tragedia il killer è scappato a piedi nelle vie limitrofe. Dunque, in queste ore si lavora soprattutto sul suo identikit. Il rapinatore è stato ripreso in faccia dalle telecamere interne, ma non sarebbe ben riconoscibile perché camuffato da una parrucca scura e occhiali. Gli investigatori non stanno tralasciando nessun aspetto in questa fase delle indagini. Oltre alle investigazioni tecniche, infatti, si scava anche nella vita del gioielliere per ricostruire come abbia trascorso le ultime ore, se quel pomeriggio avesse appuntamento con qualcuno o se quell’uomo si sia recato già nei giorni scorsi nella gioielleria per “studiare” la situazione. E intanto il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha convocato per lunedì una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per «esaminare le questioni riguardanti la sicurezza degli operatori del commercio della Capitale». All’incontro parteciperanno anche le associazioni di categoria. Come ala solito si chiude la stalla dopo che i buoi sono scappati…

 

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