Festa dei santi patroni addio: sarà “sostituita” dal giorno del dono
Il Senato ha approvato in via definitiva, con 162 voti favorevoli e sei contrari, il ddl a prima firma del presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi che istituisce il “Giorno del Dono”. Evento che verrà celebrato ogni anno il 4 ottobre. Il testo prevede iniziative formative ed educative in particolare nelle scuole e impegno, da parte delle istituzioni, nel creare sensibilità rispetto all’atto del dono. Il tutto, «al fine di offrire ai cittadini l’opportunità di acquisire una maggiore consapevolezza del contributo che le scelte e le attività donative possono recare alla crescita della società italiana, ravvisando in esse una forma di impegno e di partecipazione nella quale i valori primari della libertà e della solidarietà affermati dalla Costituzione trovano un’espressione altamente degna di essere riconosciuta e promossa».
Il “giorno del dono” scalza San Francesco
Non sono mancate le voci in dissenso. «Questa mattina mi sono chiesto cosa fosse la Giornata del Dono. L’ho anche chiesto a dei colleghi e nessuno ha saputo rispondermi. Abbiamo approvato un provvedimento inutile, tenendo in moto, questa mattina, la costosa macchina del Senato, in un momento in cui il nostro Paese avrebbe invece bisogno di vedere impegnate le nostre intelligenze e le nostre capacità per approfondire problemi e temi utili ai cittadini e al Paese». Così il senatore Ciro Falanga, dei Conservatori e Riformisti Italiani, in merito all’istituzione del Giorno del dono. «La verità, è che nessuna legge dello Stato può imporre ai cittadini la stimolazione di emozioni e sentimenti (perché di ciò si tratta), men che meno con l’istituzione il 4 ottobre del Giorno del Dono». Altrettanto perplesso Carlo Giovanardi che sente puzza di manovra “laicista” e sottilmente anti-cristiana. «Non ho votato l’istituzione per legge della giornata del dono, che il Parlamento ha voluto fissare per il 4 di ottobre, perché si sovrappone alla legge 132 del 1958 che ha stabilito che quel giorno sia una solennità civile dedicata ai patroni d’Italia San Francesco e Santa Caterina. «I casi sono due – attacca il senatore di Ap – o il Parlamento ha operato con leggerezza e superficialità o con malizia qualcuno su centinaia di giorni ha scelto proprio quello per sminuire l’importanza di una solennità civile collegata a radici cristiane del nostro Paese».