bye bye Marino: adesso tutto il mondo vuole la testa di un Sindaco “unfit”

27 Lug 2015 7:25 - di Redazione

Nel rapporto fra il sindaco di Roma Ignazio Marino e il suo assessore al Bilancio di crepe ce ne sono state diverse. Niente di personale, ovvio. Se in soli due anni ben due assessori che hanno in mano i cordoni della borsa gettano la spugna ci dev’essere qualche altro motivo. Il fatto è che Daniela Morgante prima e Silvia Scozzese poi hanno dovuto fare i conti con cose che con i conti in senso stretto, appunto, non c’entravano affatto. Perché riguardavano soprattutto la politica.

Scozzese è il secondo assessore al Bilancio che molla Marino

Daniela Morgante se ne va perché contraria a pagare al consorzio Metro C una somm a contestata di 90 milioni, e ai dipendenti comunali 70 milioni del cosiddetto salario accessorio che il ministero dell’Economia considera illegittimo. Silvia Scozzese lascia invece con una lettera di dimissioni spedita a Marino pochi giorni prima dell’approvazione dell’assestamento di bilancio. A ruota del licenziamento in conferenza stampa (e a sua insaputa) da parte del sindaco dell’assessore alla mobilità Guido Improta. Ma soprattutto, lascia dopo uno stillicidio di tensioni.

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Sulle dimissioni dell’assessore fioccano le dietrologie. Silvia Scozzese – scrive Sergio Rizzo su “Il Corriere della Sera” – è dirigente dell’Anci: per ciò stesso qualificata come fedelissima di Graziano Delrio, e quindi esponente del fronte renziano ostile a Marino. Ma è difficile immaginare che tutto si possa ricondurre soltanto a una faccenda di schieramenti politici e di potere interno al Pd. La verità è che il settore più cruciale dell’amministrazione comunale era diventato il parafulmine per tutti. Per la municipalizzata dei rifiuti, che aveva in bilancio centinaia di milioni di crediti inesigibili per tariffe che nessuno avrebbe mai pagato: al punto da costringere il Campidoglio ad accantonare somme ingentissime. Per l’Atac agonizzante, che ha un disperato bisogno di ricapitalizzazione: operazione difficilissima, considerato che la legge vieta di destinare i conferimenti in natura, come in questo caso quelli dei treni delle metropolitane allo scopo di limitare l’esborso di denaro fresco, alla copertura contabile delle perdite. Per il patrimonio, che non riesce ad adeguare i canoni delle migliaia di abitazioni comunali affittate a prezzi irrisori. E soprattutto per esigenze politiche, qual è il Giubileo speciale che inizia l’8 dicembre. Mancano poco più di quattro mesi e siamo ancora a carissimo amico. Servono un sacco di soldi, e magari sarebbe stata apprezzata una maggiore «elasticità» dei conti. Già. Ma chi l’avrebbe spiegato al Tesoro?

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