«Si devono bruciare gli omosessuali?»: l’omofobia finisce in prima pagina
La copertina omofoba del settimanale Maroc-Hebdo fa discutere il Marocco. «Si devono bruciare gli omosessuali?» strilla il titolo a piena pagina sulla foto che ritrae una coppia di omosessuali in piscina. Il ministro della Salute chiede la depenalizzazione dell’omosessualità in Marocco e il settimanale indaga sul tema scrivendo: «Certo, è un diritto individuale. Ma che ne è della morale e dei valori religiosi?».
Omosessuali in Marocco, i commenti sul web
Quanto basta a sollevare un polverone. Le condanne piovono anche sulla pagina Facebook del settimanale di solito letto da dirigenti, intellettuali e studenti e che fin dal 1991, anno della sua fondazione, è sempre stato particolarmente attento ai cambiamenti sociali del Marocco d’oggi. I commenti vanno dal semplice insulto alla segnalazione, dallo stupore all’attacco. L’omosessualità non smette di far discutere. Placebo e le Femen hanno dato il loro sostegno alla causa gay. In Marocco l’omosessualità è un reato; l’articolo 489 del codice penale prevede fino a 3 anni di carcere per chi commetta «atti contro natura». Il rapporto del ministero della Salute che chiede di cancellare il reato di omosessualità ha riportato il tema sotto i riflettori della politica.
E l’Isis mostra il video “storico” con le esecuzioni
La questione dell’omosessualità ha una pagina tragica con l’Isis che ha celebrat0 un anno dalla conquista di Mosul in Iraq, la “capitale del Califfato”, con un video di quasi 30 minuti che inizia con una sequela di attentati e omicidi mirati compiuti dai jihadisti. Poi le immagini “storiche” della battaglia dello scorso anno, le moschee sciite fatte saltare in aria, le croci divelte e le immagini di Gesù distrutte. Quindi le “esecuzioni”, i ladri lapidati e i gay gettati giù dai palazzi, mentre la bandiera nera sventola sugli edifici “istituzionali”dello Stato islamico.