Servizio pubblico, il rosso che piace a Santoro è quello della sinistra ibernata
Michele Santoro riunisce la sua piazza nostalgica e irriducibile a Firenze, per l’ultima puntata di Servizio pubblico, e vorrebbe essere, la sua, una sfida a Renzi ma non fa più notizia ormai, il canto di “Bella ciao” affidato a Teresa De Sio. Si capisce che su quel palco sfilano gli esponenti di quella rete di umori e luoghi comuni che, dopo il “nemico” Berlusconi, ha eletto a bersaglio da colpire proprio Matteo Renzi, il nuovo duce-dittatore. Tutti i limiti dell’antiberlusconismo vengono riproposti in salsa antirenziana. I personaggi sono gli stessi, le stesse sono le cose che dicono, limitato il segmento di opinione pubblica cui si rivolgono.
Con Santoro un carrozzone nostalgico e sgangherato
Sembrano usciti da un album di figurine ibernato. Alba Parietti che fa l’elogio di Don Gallo partigiano, Sabrina Ferilli inutilemnte spocchiosa: a sinistra c’è il meglio, Gad Lerner che confessa di avere preso la scabbia a Gerusalemme, quasi fosse un’esortazione, agli italiani, a prendersela anche loro, in nome della solidarietà. E poi il solito Maurizio Landini. E Bianca Berlinguer che racconta di suo padre, il leader rimpianto, il leader che avrebbe saputo cosa fare… Spiace vedere anche Franco Battiato salire su questo sgangherato carrozzone di utopismo un tanto al chilo, accodarsi a una cordata disperata e anacronistica, che riesce solo ad essere contro e che si consola da decenni con gli stessi mantra a base di antimafia, Costituzione, operai ecc. ecc. ecc. E non è che siano isolati dalla gente vera, sono loro che vogliono autoisolarsi, che vogliono farsi un vanto della loro differenza autosegregante. L’unico guizzo arriva come sempre dal mattatore Santoro: “A noi ci piace il rosso”. Ma anche il rosso, ahilui, sfugge ormai alla categorizzazione rigida. E’ il rosso dei nuovi martiri cristiani oppure quello sbiadito del grande inciucio che stava dietro a Mafia Capitale? Il rosso rivoluzionario che piaceva anche a Brasillach o quello che sfuma nei colori della bandiera arcobaleno, nuovo vessillo innalzato dal “pueblo unido”? O forse è solo il rosso di un malinconico, prevedibile tramonto. Ma non finisce qui, avverte Santoro. Purtroppo per noi, questo tipo di sinistra non finisce. È irredimibile.