S. Raffaele di Milano, truffa da 28 milioni. Primari e dirigenti indagati
Una presunta truffa al servizio sanitario nazionale da 28 milioni di euro per presunte irregolarità nei rimborsi percepiti su 4mila interventi chirurgici all’ospedale S. Raffaele di Milano: è la contestazione della Procura di Milano che ha chiuso l’inchiesta nei confronti di 9 persone.
I finanzieri del Comando provinciale di Milano stanno notificando gli avvisi di conclusione delle indagini nei confronti di 9 persone, tra rappresentanti legali, dirigenti e primari del S. Raffaele, indagati per il reato di truffa aggravata a danno del servizio sanitario e falso. Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia tributaria di Milano e coordinate dal pm Giovanni Polizzi, «hanno consentito di accertare – come spiega la Gdf – come in diverse unità operative della struttura siano stati negli ultimi anni eseguiti oltre 4mila interventi chirurgici in violazione delle norme di accreditamento relative alla presenza minima di operatori e anestesisti, nonché di impiego di medici specializzandi». L’ospedale, secondo le indagini, «ha autocertificato il mantenimento dei requisiti richiesti per l’accesso al rimborso della prestazione sanitaria offerta, ottenendo indebiti rimborsi per oltre 28 milioni di euro». Nei confronti degli enti, chiarisce la Gdf, «che hanno gestito nel tempo la struttura ospedaliera è stata contestata la responsabilità amministrativa ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001».
S. Raffale: i nove indagati
Tra i nove indagati, come si legge nell’avviso di chiusura indagini, figurano Mario Valsecchi, in qualità di amministratore dell’ospedale fino al 2012, Nicola Bedin, in qualità di amministratore del San Raffaele dal 2012, Roberts Mazzuconi, in qualità di direttore sanitario. Poi ancora Ottavio Alfieri, primario e direttore dell’unità operativa di Cardiochirurgia, Piero Zannini, primario e direttore dell’unità operativa di Chirurgia Toracica, Roberto Chiesa, primario e direttore dell’unità operativa di Chirurgia Vascolare, Patrizio Rigatti, primario e direttore dell’unità operativa di Urologia fino al 2012, Francesco Montorsi, primario e direttore dell’unità operativa di Urologia dal novembre 2012, e Alberto Zangrillo, primario e direttore dell’unità operativa di Anestesia e Rianimazione. Indagati anche per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti la Fondazione Monte Tabor, nella persona del legale rappresentante Claudio Macchi, e l’ospedale San Raffaele, in persona del legale rappresentante Gabriele Pelissero. I fatti contestati coprono il periodo tra il 2011 e il 2013.