Il partito anti-Islam spiazza tutti, fa boom e dà uno schiaffo alla Merkel

8 Giu 2015 11:23 - di Franco Bianchini

«Non prende un voto», sostenevano un po’ tutti in Germania, dai sondaggisti ai leader politici. «Non si avanza in questo modo…». E poi le solite accuse di intolleranza, di razzismo con annesso tutto il repertorio tipico dei buonisti. Ha invece rosicchiato voti ovunque il neonato partito anti-Islam, a destra e a manca, riuscendo a sorprendere gli esperti dei flussi elettorali che prevedevano consensi minimi e nessuna possibilità di conquistare seggi. Il movimento di estrema destra Patriottici europei contro l’islamizzazione dell’Occidente (Pegida) a sorpresa ha ottenuto quasi il dieci per cento nelle elezioni municipali di Dresda, in Germania, dove è nato appena un anno fa. Lo riporta lo Spiegel online. Il risultato è significativo, visto che ha avuto pochissimo tempo per fare la lista e farsi conoscere.

Il partito anti-Islam alla prima prova delle urne

Alla prima apparizione di Pegida alle urne, la candidata del partito anti-Islam, Tatjana Festerling, è arrivata quarta nella corsa a sindaco con il 9,6% dei voti, con i sondaggi che la davano invece non oltre il due per cento. Il primo turno delle elezioni è stato vinto da Eva-Maria Stange (36%), il candidato unitario di Spd, Verdi e Linke, seguita dal partito liberaldemocratico Fdp (31,7%). Solo terzi i conservatori del Cdu (15,4%), partito della cancelliera Angela Merkel. Il ballottaggio è previsto per il 5 luglio.

 E in Francia la polemica di una madre per il figlio jihadista

Altra storia, altre polemiche. Una madre, il cui figlio minorenne partì nel 2013 per combattere al fianco della jihad in Siria, chiede al Tar di Parigi di condannare lo stato a versarle 110mila euro di risarcimento per non aver impedito al ragazzo di lasciare il territorio francese. Il giovane aveva 16 anni quando, due giorni dopo un Natale trascorso in famiglia a Nizza, partì senza avvertire nessuno per la Siria. Da poco convertito all’Islam, il ragazzo – che a detta della madre non sembrava all’esterno avere comportamenti fondamentalisti – si imbarcò su un aereo diretto a Istanbul. Da lì raggiunse la Siria, paese in cui si troverebbe tuttora e dal quale avrebbe parlato per telefono con la madre. Al controllo dell’aeroporto di Nizza, il minorenne presentò la carta d’identità per un viaggio «verso la Turchia, notoriamente porta d’ingresso per la Siria, senza insospettire la polizia», fa sapere la legale dei familiari. Da qualche giorno, la madre ne aveva denunciato la scomparsa.«Lasciarlo partire, minorenne non accompagnato, con un biglietto di sola andata in Turchia e senza bagaglio è stato un grave errore», accusa l’avvocato.

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