Milano Pride, De Corato: «Pisapia sfili senza fascia tricolore». Ed è polemica
Polemiche alla vigilia dell’evento conclusivo della Milano Pride per alcune frasi forti di esponenti della Lega Nord a Palazzo Marino. In una nota i consiglieri comunali, Luca Lepore e Massimiliano Bastoni, hanno definito la parade di Milano Pride “deprimente palcoscenico di qualche migliaio di frustrati” scatenando la reazione del segretario metropolitano del Pd, Pietro Bussolati. “Ci ripugnano le parole dei consiglieri comunali leghisti”, ha scritto Bussolati in una nota. “Non si possono chiudere gli occhi di fronte alla grettezza del comunicato dei due esponenti del Carroccio”.
Critiche invece dall’altra parte per la partecipazione alla “‘parade” del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Per il centrodestra è il vice-presidente del Consiglio comunale di Milano e capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia, Riccardo De Corato, a chiedere che Pisapia sfili senza fascia tricolore. «Può ovviamente andare come privato cittadino – sostiene De Corato -, ma non deve andare come sindaco perché non rappresenta tutta la città ma solo una parte. Sono tantissimi i milanesi che non vogliono questa sfilata e che non approvano scelte che sono state fatte come il registro delle unioni civili e la trascrizione dei matrimoni tra omosessuali”. “Domani Milano sarà per l’ennesima volta un deprimente palcoscenico di qualche migliaio di frustrati, vittime di aberrazioni della natura, lungo il percorso piazza duca d’Aosta, via Vitruvio, via Settembrini, via Pergolesi, corso Buenos Aires, piazza Oberdan”, recita la nota diffusa dagli esponenti del Carroccio. “E così parallelamente all’apoteosi del volgare e del vanesio, caratterizzata dalle solite ostentazioni di glutei e seni nudi, sarà incontrovertibilmente esternato il disturbo dissociativo di cui è affetta la giunta Pisapia che, da un lato, fa crociate contro la pubblicità sessista e, dall’altro, patrocina manifestazioni degradanti, ripugnanti e lesive della dignità dell’essere umano. La pochade di domani avrà l’effetto di suscitare solamente disgusto o, come gia’ ebbe modo di affermare papa Francesco nel settembre del 2013, cristiana commiserazione”.