Marino e i “topi di fogna”. Solo alcuni si sono scandalizzati, e tutti gli altri?
“Non sentirete mai più da me quell’espressione…”. Con queste parole il sindaco di Roma Ignazio Marino ha chiuso l’incidente aperto con la destra romana a proposito dei fascisti “topi di fogna”. Scuse o mezze scuse che siano, i rappresentanti del centrodestra in Comune Lavinia Mennuni e Fabrizio Ghera le hanno ritenute parole sufficienti a superare il caso. E del resto nel momento in cui la destra non ha un capo riconosciuto che possa parlare a nome del suo elettorato (Salvini era distratto? Berlusconi pure?) ci pensa per fortuna Pierluigi Battista sul Corriere a far capire che l’insulto di Marino non era solo un insulto, ma una triste e consapevole rievocazione degli anni Settanta.
Marino ha idea di cosa è accaduto in Italia?
“Ma poi Ignazio Marino – si è chiesto Battista – con una squadra di assessori falcidiati dal malaffare, ha forse una minima idea di quello che è successo in Italia quando, a forza di topi e bestialità, ci sono stati agguati, bastonate, coltellate, assassinii?”. Per non parlare di “quanti affari le cooperative e qualche suo assessore hanno fatto con i «topi di fogna» neri, come se rossi e neri non avessero fatto cartello, anche con Marino sindaco, per spartirsi tangenti e sovvenzioni di Stato”. Ma è la storia che sta alle spalle dell’espressione “tornate nelle fogne” che è una storia tragica, e che rende ingiustificabile le parole usate da Marino.
Le parole aggressive degli anni Settanta
“Nel corso degli anni Settanta – scrive Battista – quando si parlava di «topi» e quando le relazioni tra parti nemiche venivano modellate a colpi di spranghe, bombe Molotov e pistolettate, non si aveva nessuna attenzione per le parole e per le conseguenze tragiche che l’uso di quelle parole comportava. Il sindaco Marino che usa con tanta superficiale disinvoltura la metafora aggressiva dei fascisti come «topi di fogna» da schiacciare forse non ricorda bene: bisognerebbe procurargli degli elenchi dettagliati di nemici politici, di destra e di sinistra, che furono uccisi, annientati dall’odio politico”. Ecco magari nelle “scuse” ai rappresentanti della destra in Campidoglio Marino avrebbe potuto accennare anche a quel contesto e pensare poi ai topi “che approfittano della spazzatura in cui Roma sta affogando. E non per colpa del destino”.