L’Europa sdogana le stanze del buco per il consumo controllato di droga
Le stanze di consumo controllato, cioè locali pubblici dove si può consumare droga in un ambiente igienico e protetto, sapendo che magari in caso di necessità c’è un medico o un infermiere a portata di mano, non sono un luogo pericoloso e oscuro ma al contrario possono portare benefici: per la salute della persona che si droga, per avvicinare queste persone alla cura, per rendere più sicuro il quartiere e la città. Benvenuti in Europa. E’ infatti l’Agenzia europea delle droghe a sposare la feria sulle cosiddette “stanze del buco” con una relazione su uno dei temi più controversi del dibattito sulle dipendenze e il consumo di sostanze stupefacenti.
Anche in Italia, pochi anni fa, esplose la polemica su quelle che vennero all’epoca ribattezzate “stanze del buco” e che oggi, con un linguaggio politically correct, l’Osservatorio di Lisbona ha soprannominato “stanze di consumo controllato“.
Sono 74 le stanze della droga funzionanti oggi in tutta Europa
Laddove queste “stanze della droga” già esistono, non vengono utilizzate solo da chi si droga per via, cosiddetta, parenterale, cioè attraverso un’iniezione, ma anche per chi le sostanze le fuma o le inala.
Attualmente sono 74 in Europa le “stanze della droga” e operano in sei Paesi: Danimarca, Germania, Spagna, Lussemburgo, Paesi Bassi e Norvegia, mentre la Francia ha recentemente approvato una sperimentazione di questo tipo.
Altri 12 locali a consumo controllato sono stati aperti e funzionano in Svizzera, mentre fuori dall’Europa ce ne sono in Australia a Sydney e a Vancouver in Canada.
Non solo in Italia, comunque, sono stati spesso espressi dei dubbi sul fatto che queste strutture possano incoraggiare il consumo di droga, ritardare l’approccio alla cura o aggravare i problemi derivanti dal traffico locale di sostanze stupefacenti.
Un europeo su quattro ha provato una droga illecita nella sua vita
Ma l’analisi dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze arriva alla conclusione, sulla base dell’esperienza acquisita, che queste “stanze” riescono a raggiungere i consumatori che non vogliono o non sono pronti a smettere, migliorano le condizioni igieniche e di sicurezza dei consumatori e comportano benefici per la salute e l’ordine pubblico.
Inoltre, secondo l’analisi dell’Agenzia pagata anche con i soldi degli italiani, l’utilizzo di queste strutture non ritarderebbero ma, anzi, faciliterebbero l’accesso alle cure e non provocherebbero un aumento della criminalità locale legata allo spaccio e al consumo di droga.
Infine, sempre secondo l’Agenzia, non ci sarebbe alcuna evidenza che l’introduzione di queste stanze incrementi il consumo di droga.
Moltissimi altri esperti, medici e scienziati, invece, sono di parere totalmente opposto.
Il focus sulle stanze di consumo fa parte della Relazione sulla droga 2015 presentata a Lisbona dall’Agenzia europea, relazione che raccoglie e mette a confronto i report 2014 (relativi al 2013) dei 28 Stati membri più Turchia (Paese candidato) e Norvegia.
La cannabis è la droga più usata e rappresenta l’80 per cento dei sequestri
Dal report emerge che un europeo su quattro ha provato una droga illecita nel corso della vita: oltre 80 milioni di adulti.
La cannabis resta al top dei consumi con l’1 per cento degli adulti che ne fa uso quotidiano o quasi e aumenta il numero di persone che fanno ricorso alle cure per problemi legati alla cannabis. Ancora: l’80 per cento dei sequestri di droga riguarda la cannabis, mentre il suo consumo o possesso per uso personale sono all’origine di più del 60 per cento di tutte le segnalazioni di reati contro le leggi sulle sostanze stupefacenti in Ue.
E’ allarme sulle nuove droghe: 101 segnalate in Europa nel 2014
E aumenta la produzione nei Paesi europei di marijuana (le foglie) e il sequestro della stessa, settore nel quale l’Italia è al primo posto tra i 28. Dati che fanno dire al sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, promotore dell’intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis, che il report Ue è «la conferma, per l’ennesima volta, che la proibizione legale non rappresenta un freno, ma un potentissimo incentivo alla diffusione delle droghe proibite».
Infine, da Lisbona è stato lanciato un allarme: quello sulle nuove droghe. Nel 2014 in Europa ne sono state segnalate 101. Il commissario europeo Dimitris Avramopoulos ha denunciato come Internet stia diventando una nuova fonte di approvvigionamento. «Attendo con impazienza l’imminente legislazione Ue in materia, al momento in discussione, che rafforzerà ulteriormente le nostre risposte e ci doterà di strumenti migliori per affrontare queste sostanze in modo più rapido ed efficace».