L’Europa dice no alla clonazione animale: mai più una pecora Dolly

17 Giu 2015 19:42 - di Antonio Marras

Nessuna nuova pecora Dolly o altri animali da allevamento clonati potrà nascere in Europa e né loro, né tutti i loro discendenti, devono finire nel piatto degli europei. Messa al bando poi per i prodotti derivati, come il latte, e per l’uso di materiale da riproduzione. E niente import anche da Paesi terzi. A dire un primo, forte “no” alla pratica della clonazione in campo alimentare andando oltre la cautela già proposta dalla Commissione europea sono state le commissioni agricoltura e ambiente dell’Europarlamento, con un testo approvato con una maggioranza trasversale (82 voti favorevoli, 8 contrari e 8 astensioni). Il passo indubbiamente riapre uno dei dossier più spinosi e delicati su cui si attende una dura battaglia, prima in plenaria a settembre, poi nei negoziati con il Consiglio e la Commissione europea. “Con il voto di oggi speriamo di aver mandato un segnale forte alla Commissione europea” ha detto Giulia Moi (M5S), relatrice del provvedimento in commissione agricoltura, secondo cui “in questo modo verranno tutelati i cittadini e la loro salute”, oltre che il benessere degli animali stessi, vittime di una elevata mortalità. “Abbiamo deciso che non avremo una direttiva ma un regolamento, così la legge sarà uguale in tutti i Paesi” ha aggiunto la collega tedesca Renate Sommer (Ppe), relatrice in commissione ambiente, precisando che rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea gli eurodeputati chiedono “un divieto più ampio, per motivi di coerenza”. «Fino a quando non ci saranno prove certe scientifiche al 100% noi ci opporremo, gli europei non verranno usati come cavie» ha rincarato Moi, ricordando come tre quarti dei consumatori Ue sia contrario alla pratica della clonazione. In difesa del testo si schiera anche l’europarlamentare di Forza Italia, Elisabetta Gardini, secondo cui “il voto quasi unanime di oggi rappresenta un passaggio importante nella lunga battaglia che, come italiani, portiamo avanti da anni”. Gardini poi avverte: «Dobbiamo restare estremamente vigili affinché le misure importanti adottate oggi non siano diluite durante i prossimi passaggi». Soddisfatta anche Coldiretti, che ricorda come dall’epoca di Dolly, nel 1997, si sia “intensificato lo sfruttamento commerciale della stessa tecnica in molti Paesi ed oggi è possibile clonare un animale con una spesa attorno i diecimila euro” e la pratica “riguarda già molti animali da allevamento, dalle pecore ai maiali, dai tori ai cavalli”.

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