Immigrazione, Zaia incita i prefetti alla “ribellione”: «Non rispondete al governo»

25 Giu 2015 10:34 - di Redazione

«I prefetti devono ribellarsi, rispettare le istanze dei territori, rappresentare, nel mio caso, i veneti fino in fondo e non rispondere più al telefono al governo». Una frase forte, quella pronunciata dal governatore del Veneto, Luca Zaia, arrivando questa mattina a Palazzo Chigi, dove si svolge l’incontro Regioni-Governo-Anci sull’immigrazione. Oltre a Zaia e al presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, sono presenti i governatori De Luca (non ancora insediato per i noti motivi), Marini, Maroni, Rossi, Serracchiani, Crocetta, Zingaretti, Toti. Per l’Anci, oltre al presidente Piero Fassino, sono presenti Pisapia, Bianco, Orlando, Biffoni. Per il Governo, oltre al premier Renzi e al ministro dell’Interno Alfano, sono presenti De Vincenti, Bressa e Gozi.

Immigrazione, l’appello di Zaia

«Sull’immigrazione paghiamo l’incapacità di un governo che non si è accorto che nel 2012 aveva 13mila immigrati, 43mila nel 2013, 170mila nel 2014 e oggi 200mila», ha detto il governatore del Veneto prima di entrare a palazzo Chigi. «Il governo si è occupato troppo tardi del problema e i prefetti, dovrebbero ribellarsi alle direttive del Viminale e rispettare le istanze dei territori e non rispondere più neanche al telefono al governo». A rincarare la dose Roberto Maroni: «Non siamo disponibili ad accogliere nuovi immigrati perché siamo al completo. Bisogna bloccare le partenze ma finché continuano ad arrivare non si può continuare a scaricare la situazione sui territori attraverso i prefetti, con un atto di imperio di Roma senza coinvolgere le Regioni».

Gli appelli buonisti di Renzi

Renzi, dal canto suo, ha rivolto appelli in senso inverso, basati sulla richiesta di collaborazione e di condivisione delle responsabilità: «Bisogna provare insieme a risolvere il problema immigrazione. Ci vuole condivisione in Europa. E più l’Italia si mostra compatta, meglio è», ha detto il premier. «Siamo un Paese serio, solido, la cui risposta sul tema immigrazione deve essere condivisa e congiunta».

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