Grecia, si tratta ad oltranza. Tsipras: «Pronti all’accordo ma basta servitù»
A parole tutti sembrano consapevoli, e soprattutto concordi, nell’ammettere che l’uscita della Grecia dall’euro sarebbe una catastrofe. Quando però bisogna poi passare dalle petizioni di principio ai fatti concreti spuntano rigidità e fraintendimenti. Il tempo dei rinvii, tuttavia, sembra scaduto: il negoziato tra Atene e Bruxelles (ma sarebbe più esatto dire Berlino) ristagna alternando momenti di euforia a fasi di grande preoccupazione che trascinano con sè i mercati e le Borse. Solo pochi giorni fa l’accordo sembrava raggiunto ma poi è arrivata la gelata del Fondo monetario internazionale a riportare tutti con i piedi sulla terra.
Juncker: l’uscita della Grecia dalla moneta «sarebbe una catastrofe»
Le parti in causa – la Commissione presieduta da Jean Claude Juncker ed il governo greco guidato da Alexis Tsipras – sembrano impegnate in un gioco del cerino che si scambiano reciprocamente di ora in ora nella speranza di ognuno, ovvia, che si spenga tra le dita dell’altro. Il premier ellenico deve dar conto delle sue scelte al parlamento. Tsipras ha vinto le elezioni puntando tutte e due gli indici contro la troika (Ue, Fmi e Bce) e vorrebbe aiutato a trovare un accordo senza perdere la faccia e, di conseuenza, la poltrona. La sua è una posizione a dir poco scomoda. Quando alza la voce contro Bruxelles, in realtà sta chiedendo aiuto. Ne è una plastica conferma la sua nota diramata in queste ore: «Se arriviamo ad un accordo sostenibile, anche alla luce di un compromesso difficile – vi si legge -, noi ne sopporteremo il peso» perché «il nostro obiettivo è uscire dalla crisi e dal memorandum di servitù. Ma – aggiunge Tsipras – se l’Europa vuole ancora divisioni e il proseguimento della servitù, noi rifiuteremo». Di «conseguenze devastanti» legate all’uscita di Atene dalla moneta unica ha parlato lo stesso Juncker a Lussemburgo. A riferirlo è l’agenzia Dpa, secondo la quale il presidente della Commissione ha anche annunciato che nelle prossime ore «le trattative proseguiranno ad un più alto livello tecnico».
In caso di default, l’Italia perderebbe 40 mld di euro
E di Grecia si parla anche in Italia, non foss’altro perché la nostra economia è esposta per circa 40 miliardi di euro. Un eventuale default di Atene – come ha spiegato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine della visita in Expo del presidente del Senato, Pietro Grasso – «sarebbe una catastrofe»”.