Esami di maturità, l’incubo degli studenti è ancora la grammatica

16 Giu 2015 14:42 - di Martino Della Costa

Esami  di maturità, passano gli anni, cambiano gli incubi: ma un terrore resta sempre lo stesso: quello della grammatica. E così se fino a ieri l’attenzione e la paura della notte della vigilia erano tutte rivolte alle indiscrezioni sulle possibili tracce deii temi, a questo punto sono dei giganteschi dubbi grammaticali a turbare i sonni dei ragazzi a 24 ore dalla prima prova di maturità. Il problema, insomma, non è tanto l’autore che verrà proposto per l’analisi del testo o la sua tematica poetica, quanto gli apostrofi, gli accenti e, più in generale, le regole sintattiche e le formule ortografiche della nostra lingua.

 Esami di maturità, studenti alla prova della grammatica

Un maturando su 10 infatti ha paura di cadere sull’italiano e fa bene: il 38%, infatti, scrive «qual’è» con l’apostrofo; il 27% scambia l’accento con l’apostrofo quando si tratta di abbreviare «un poco» in «un po’», e chi più ne ha, più ne metta… E non sono queste le sole lacune che gli studenti dell’ultimo anno di superiori si portano dietro: stando ai dati di una ricerca condotta da Skuola.net, svolta su un campione di circa 1500 maturandi, questi e altri esplicativi esempi tradiscono incertezze e lacune dei nostri studenti. Ecco perché oggi il portale studentesco lancia online un Vademecum per aiutare gli studenti a evitare questi errori comuni, che verrà poi distribuito mercoledì di fronte alle più importanti scuole di Roma e Milano. Del resto, quelle appena citate, come diverse altre non menzionate, sono errori da segnare in rosso che possono valere un’insufficienza alla prova: basta un apostrofo fuori posto, infatti, per guadagnarsi una correzione sul compito… e una brutta figura. E guarda caso, però, sono proprio gli apostrofi e gli accenti a dare i maggiori problemi ai maturandi. Se circa il 45% degli intervistati, infatti, cade sulla corretta grafia di «qualcun altro», aggiungendo un apostrofo che non ci vuole, grosse difficoltà si verificano anche con la particella «ci». Probabilmente un commissario d’esame non sarà contento di leggere la forma erronea «c’è ne sono» nell’elaborato di un maturando. Eppure, è quasi il 13% degli intervistati a scrivere in questo modo.

Tutti gli strafalcioni da segnare in rosso

Nessuna scusa, poi, nemmeno per chi scrive «sufficiente» dimenticando una «i». I maturandi che lo fanno non sono pochi: circa 1 su 6, ci dice l’indagine. Scorrettissimo, inoltre, anche quel 6% che scriverebbe «pultroppo» anziché «purtroppo», e quel piccolissimo, ma esistente 1% che sceglierebbe «a me mi piace» invece che «a me piace«. Non manca, infine, chi sbaglia aggiungendo una «i» di troppo anche alla parola «conoscenza», un orrore in cui incappa il 21% dei maturandi intervistati. Studenti che continuano a sbagliare anche quando si chiede loro qual è la forma corretta fra «tre ore fa» e «tre ore fà». A credere sia l’ultima opzione quella giusta è il 14% degli studenti al quinto anno. Ancora di più coloro che sono convinti che la frase «lui dà il via» si scriva senza accento sulla «a», in questo caso circa 1 su 4. Così, proprio per evitare che durante la prima prova si consumi una strage, Skuola.net corre in soccorso di tutti i maturandi inviando una rappresentanza del suo staff di fronte a molte scuole di Roma e Milano conil compito di distribuire ai ragazzi che dovranno sostenere la prima prova, il kit del maturando: un manifesto contenente le principali regole grammaticali. Con lo stesso scopo, i ragazzi riceveranno l’Acqua della maturità, una bottiglietta che li rinfrescherà nei momenti più caldi della prima prova, non solo per il suo contenuto, ma anche per il fatto che sull’etichetta sono presenti altre regole di grammatica e diversi consigli per la prima, ardua prova.

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