Bordata di Emiliano: Matteo, con la riforma della scuola ci hai rovinato…

16 Giu 2015 12:27 - di Redazione

Scuola e Mafia Capitale, i due talloni d’Achille che si sono rivelati esiziali per la batosta del Pd ai ballottaggi. Va dritto al sodo nella sua analisi sul voto il neogovernatore della Puglia, Michele Emiliano, come suo solito. La differenza l’ha fatta la riforma sulla scuola, argomenta. «Abbiamo perso almeno un milione di voti». 

Tre motivi sono le cause della sconfitta in molti roccaforti storiche, oltre alla scuola, la catastrofe del Pd per Mafia Capitale e le candidature sbagliate in molti casi, per Emiliano intervistato dal Fatto Quotidiano: «In uno scenario di forte astensionismo per tutti i partiti, il Pd ha pagato dazio sulla scuola: tutto quel mondo ci ha fatto la campagna contro. La riforma ci è costata alemnto un milione di voti, passati tutti ai Cinque stelle».

Emiliano, scuola e candidature sbagliate

Altro neo. Alle amministrative pesano soprattutto i candidati locali, sostiene Emiliano portando il suo esempio: «Io in Puglia ho vinto largamente, eppure ora abbiamo perso anche in Comuni dove avevo preso tantisismi voti». Insomma, fa capire non tanto tra le righe che molte candidature sono state sbagliate, come quella di Crisafulli a Enna. «Noi non scegliamo i candidati – spiega il governatore della Puglia – vengono selezionati tramite le primarie. Siamo un partito con le maglie larghe. E qualche volta qualcuno si candida un po’ a forza». Una bordata niente male per Renzi e tutti gli altri. Emiliano ha qualcosa da dire anche sul caso Casson a Venezia: «Sul risultato di CAsson bisognerebbe approfondire, non vorrei che ci fossero state dinamiche poco chiare dentro in centrosinistra», azzarda. In che senso, incalza il cronista del Fatto? «Credo che la dialettica tra lui e Cacciari non abbia aiutato». Non sa, dice Emiliano, se «sono mancati i voti». Allora, i renziani hanno tirato indietro la gamba, come si dice in gergo calcistico? Risposta, «non so neanche se esistono i renziani veneti». Cosa deve fare il Pd? «“Ci sono tante altre componenti, tante cose nuove con cui bisogna parlare». Michele Emiliano per esempio, risponde senza esitare.

 

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