Confindustria attacca Renzi: “Conta poco in questa Europa tedesca”

14 Giu 2015 7:36 - di Redazione

Giorgio Squinzi ha accolto il Presidente del Senato Pietro Grasso a Expo 2015 ed è stata un’occasione anche per qualche battuta del numero 1 di Confindustria sulle questioni urgenti dell’economia, come la vicenda greca. L’uscita dall’Eurozona «sarebbe una catastrofe, una bruttissima botta che potrebbe portare traballamenti nell’euro. Quando si inizia a traballare si sa dove si comincia e non si sa dove si finisce», ha commentato sul “Sole 24 Ore”.

Per Squinzi, Grexit sarebbe una bruttissima botta che potrebbe portare traballamenti

«E’ demoralizzante – ha aggiunto – vedere che quando fanno i vertici che contano non invitino l’Italia. Mi auguro che alla fine si ritorni nella giusta considerazione verso il nostro Paese. Questa diarchia Merkel-Hollande non la trovo giusta anche perché che Merkel parli da una posizione più forte è innegabile, ma che Hollande abbia più voce in capitolo di noi ho difficoltà a capirlo, soprattutto conoscendo l’andamento e i nu meri della Francia».

“Che Hollande abbia più voce in capitolo di noi ho difficoltà a capirlo”, dice Squinzi

Anche Grasso ha auspicato un accordo per evitare l’uscita della Grecia dall’euro e ha molto apprezzato la mostra di Confíndustria: «Ho visto cose eccezionali, tecnologia e innovazione si sposano con i messaggi e il valore della cooperazione fra settori industriali. Varie imprese costituiscono una filiera che è il motore e potrà veramente far crescere il nostro paese». Crescere è l’imperativo, secondo Squinzi. Vanno realizzate le riforme, in un momento in cui ci sono fattori favorevoli come il cambio euro-dollaro, il costo del petrolio, il Qe della BCE e una tenuta del commercio internazionale. Positivo il Jobs act, anche se per un giudizio definitivo bisogna aspettare l’attuazione completa.

Per Confindustria la ripresa non è un problema di liquidità

Anche la macchina del credito si è «rimessa un pò in moto». Ma il problema vero, secondo Squinzi, «è che anche il sistema bancario è sottoposto a una pressione con le regole che vengono imposte e quindi non può fare credito a go go». Le banche «sono obbligate a utilizzare i parametri della Uè che sono molto, molto stringenti perché non consentono finanziamenti a imprese che non hanno parametri da aziende che non hanno bisogno di credito. La liquidità delle banche è elevatissima e le aziende solide sono inondate di liquidità, però non è quello che serve a far ripartire il Paese».

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