Il centrodestra? La prima intesa c’è. Ora si lavora agli altri accordi
Tornare uniti. Perché si può vincere, ma prima ancora perché c’è «un ampio terreno di convergenza per il centrodestra». I programmi, dunque, sono al centro delle riflessioni che in queste ore emergono intorno al futuro dell’area. Riflessioni che si sono fatte più pressanti alla luce dell’incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini.
Il centrodestra riparte dai programmi
«Bisognerà lavorare per unire le forze. Fisco, famiglia, immigrazione, correzione delle regole sbagliate dell’Europa, c’è un ampio terreno di convergenza per il centrodestra», ha detto Maurizio Gasparri, ricordando che «i sondaggi recenti di Repubblica e del Corriere della Sera dimostrano che Renzi è in calo e che il centrodestra unito può vincere». Per il senatore di Forza Italia quella che si presenta «è un’occasione da non sprecare», sapendo anche che «il tempo per trovare l’accordo c’è perché le elezioni non sono domani mattina». Due le mosse su cui, secondo Gasparri, bisogna concentrarsi. Una, quella da cui partire, riguarda Forza Italia, che «deve recuperare tono muscolare» anche perché rafforzando la compagine azzurra «percorreremo meglio le strade del futuro e tratteremo la ricomposizione del centrodestra da una posizione di maggiore forza». «Se siamo accreditati di una percentuale tra il quattordici e il quindici per cento, possiamo tornare agevolmente intorno al venti per cento», ha detto Gasparri, secondo il quale «la presenza di Berlusconi a tale scopo è fondamentale». Ma serve «anche una ripresa di iniziativa sul territorio e nel Paese, utilizzando forze nuove e persone esperte, politici che svolgono con passione la loro missione e nuove energie dalla società civile».
Cambiare l’Italicum (ma «uniti si vince» comunque)
L’altra mossa necessaria, secondo Gasparri, riguarda invece le “regole del gioco”, nell’ambito delle quali «la scelta più saggia sarebbe quella di una piccola correzione all’Italicum per tornare a un premio alle coalizioni e non a un’unica lista». «Del resto – ha ricordato Gasparri – anche i miraggi di Renzi si sono persi nel deserto». E se invece non si riuscisse a cambiare l’Italicum? È stato Renato Brunetta ad affrontare il tema, ribadendo che «semmai» la nuova legge elettorale entrerà in vigore, «è necessario che tutto il centrodestra si presenti unito con un unico programma e con un’unica strategia». «Le cose che ci uniscono sono molte, molte di più di quelle che ci separano», ha sottolineato il capogruppo azzurro alla Camera, ribadendo anche lui che «uniti si vince».