Canne libere, Della Vedova e la sinistra ci riprovano. Ma il governo con chi sta?
Legalizzazione della cannabis. La sinistra ci riprova. E arriva il pressing di Pippo Civati (anche sulla maggioranza divisa tra proibizionisti e non) per accelerare il cammino della bozza di proposta di legge sulla legalizzazione messa a punto nelle ultime ore dall’intergruppo parlamentare. «Sul gruppo social della Nazionale AntiProibizionisti è partita la discussione. Siete tutti invitati a intervenire», scrive Civati sul suo blog mostrandosi ottimista, «con la firma di 200 parlamentari sarà difficile non calendarizzare il testo. E la maggioranza dovrà dirci, finalmente, come la pensa». In prima fila il senatore dell’intergruppo Benedetto Della Vedova – un passato radicale e un presente da sottosegretario agli Esteri – che fa sapere che la bozza è praticamente definitiva e parla soddisfattissimo di «un’autentica rivoluzione per la galassia delle droghe leggere, condensata in nove articoliı».
Canne libere, i punti della bozza
Si potrà acquistare la cannabis al dettaglio, mettendo piede in un coffee-shop. Oppure fumare una “canna” in poltrona, attingendo a una mini riserva personale di piantine coltivate in casa. O, infine, si potrà fondare un “cannabis social club”, sul modello spagnolo: questi i punti salienti della proposta, contestata duramente dal centrodestra. Con la legalizzazione cambiano innanzitutto le regole per il consumo personale e si introduce clamorosamente la commercializzazione di erba e hascisc, con tanto di campi coltivati, autorizzati dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, e con licenze concesse agli esercizi commerciali.
Il no di Gasparri e Giovanardi
«Il governo dica chiaramente se vuole liberalizzare la droga. Non si può ignorare che un esponente dell’esecutivo, come l’onorevole Della Vedova, sia il promotore dell’aberrante proposta di legge che prevede tra l’altro depenalizzazione e legalizzazione dell’uso della cannabis e addirittura la vendita in appositi coffe shop». Maurizio Gasparri di Forza Italia e Carlo Giovanardi di Area popolare vanno all’attacco e annunciano battaglia in Parlamento. «La posizione di Della Vedova e di una serie di parlamentari, secondo cui solo in questo modo si combattono consumo e narcomafie – si legge nella nota congiunta – è ridicola e smentita da autorevoli magistrati. Rileggano quanto disse anni fa Borsellino per il quale non solo uno Stato democratico non può permettersi il lusso di liberalizzare qualcosa che uccide, ma soprattutto la vendita al pubblico non risolverebbe affatto il problema del mercato nero. Ci aspettiamo da Renzi e non solo una chiara presa di posizione». E una polemica del tutto strumentale – replica Della Vedova – era chiaro e ho chiarito fin dall’inizio in tutte le sedi che questa è un’iniziativa legislativa parlamentare. Insomma il governo non c’entra. Ma lui è sottosegretario agli Esteri o no?