Calabria, un assessore arrestato e due indagati: il Pd nella bufera

26 Giu 2015 12:17 - di Eleonora Guerra

Bufera sulla giunta regionale della Calabria: l’assessore ai Lavori pubblici, Antonino De Gaetano del Pd, è stato posto ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Erga omnes” sulle «spese folli» durante la passata consiliatura. Oltre a De Gaetano, che ha rassegnato le dimissioni da assessore e si è sospeso dal partito, i domiciliari riguardano anche l’ex assessore regionale ai Trasporti, Luigi Fedeli di area Ncd, e il senatore Gianni Bilardi, anche lui del Ncd, per il quale è stata inoltrata la richiesta di autorizzazione a procedere alla giunta di Palazzo Madama. Le accuse sono di peculato e falso.

Indagati altri membri della giunta

In totale gli indagati a vario titolo sono 27 e, oltre ai tre arresti, la Procura di Reggio Calabria ha disposto anche cinque ordinanze di divieto di dimora per l’ex autista di Bilardi, Carmelo Trapani, e per gli ex consiglieri regionali Giovanni Nucera dell’UdcPasquale Tripodi del Centro democraticoAlfonso Dattolo dell’UdcNicola Adamo del Pd. Tra gli indagati, inoltre, risultano anche l’attuale vicepresidente della Giunta regionale, Vincenzo Ciconte, l’attuale presidente del Consiglio regionale, Antonio Scalzo, e l’assessore al Lavoro in carica per il centrosinistra, Carlo Guccione, tutti e tre del Pd.

L’inchiesta e le «spese folli»

I beni sequestrati ammontano a 2,5 milioni di euro. Secondo gli inquirenti, che per le indagini si sono avvalsi anche di intercettazioni e accertamenti bancari, i fondi dei gruppi consiliari tra il 2010 e il 2012 sarebbero stati usati per pagare non solo cene, consumazioni al bar, telefoni e tablet e soggiorni alle terme, ma perfino per l’acquisto di detersivo, per il cambio dell’olio e dei tergicristalli delle macchine personali, per i gratta e vinci, per le tasse. In alcuni casi, inoltre, le indagini avrebbero fatto emergere casi in cui la documentazione era stata presentata due volte, in modo da ottenere doppi rimborsi.

Il caso De Gaetano

Benché il terremoto di questa nuova rimborsopoli riguardi la passata consiliatura, le ripercussioni che ha sull’attuale giunta e direttamente sul suo presidente, Mario Oliverio del Pd, rischiano di essere pesantissime e di metterne in discussione la tenuta stessa. Le attenzioni si concentrano soprattutto sul caso di Nino De Gaetano. L’assessore arrestato fu già al centro di un caso politico piuttosto eclatante: fu a causa della sua presenza in giunta che l’ex ministro degli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, dopo aver lasciato il dicastero, rifiutò di diventare a sua volta assessore in Calabria. De Gaetano era finito in una informativa per un presunto voto di scambio con la cosca Tegano. Il presidente della Regione, però, lo aveva voluto lo stesso in giunta con lui, parlando di una vicenda «strumentale» e trincerandosi dietro al fatto che non era stato indagato.

 

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