Cacciari stronca Renzi: “il Pd è il nulla, è un partito allo stato gassoso”
«Cos’è è il Pd, oggi? È solo il partito di Renzi. Dietro non c’è nient’altro». L’analisi di Massimo Cacciari è spietata. Senza sconti, a partire dalla questione settentrionale: «La Lega rappresenta qualcosa di reale, il Pd nulla. E solo una grande corrente d’opinione renziana». Professore, qualcuno aveva detto: “Sarà un referendum su Renzi”. Se è davvero così, il premier l’ha perso? «Ma quale referendum su Renzi? Lui ha fatto campagna elettorale solo il minimo indispensabile. Quindi non è stato un referendum su di lui. Le considerazioni da fare sono altre». Massimo Cacciari a tutto campo, intervistato da Tommaso Ciriaco su “La Repubblica”. «Primo dato: dove non c’è Renzi a correre in prima persona, il Pd è un partito allo stato gassoso. Neanche liquido, proprio gassoso. Non ha una struttura organizzata, manca di un radicamento territoriale. Insomma, non ha niente. In Veneto il risultato della Lega è pazzesco. E in Liguria ha vinto Toti… Non un Berlusconi in forma, ma Toti, non so se mi spiego. Una cosa fantascientifica».
Il Pd vince solo con i suoi ras locali
«Il Pd dovrebbe riflettere.Ha raccolto percentuali forse peggiori di quelle di Fassino, Veltroni, Bersani e compagnia». Cosa ha sbagliato Renzi? «Non è che Renzi ha sbagliato qualcosa: questa è la sua cultura. Il partito è una corte di fedeli che lui paracaduta una volta in Veneto, un’altra in Liguria. Questo è Renzi». E non può fare nulla per cambiare? «O Renzi cambia strategia, oppure auguriamoci che riesca ancora a vincere da solo…». Ma ha vinto in cinque regioni. Questo non conta? «Dove vince, vincono ras locali come Emiliano e De Luca, che c’entrano con Renzi come c’entro io con la Mongolia esterna. E d’altra parte perché stupirsi? Questo modello di partito è nella filosofia di Renzi, corrisponde alla sua concezione dei partiti e dei sindacati. Ecco, chi semina vento raccoglie tempesta».
Renzi vince solo dove non ha trovato avversari
«Dove vince, vince con il cavallo di Caligola perché dall’altra parte non c’era nulla. Ma la questione settentrionale riesplode prepotentemente, con la Lega che in Toscana è al 16% e sopra il 10% nelle altre regioni centrali. La prospettiva è drammatica. E i grillini tengono bene, rispetto alle ultime tornate».