Auguri, sora Lella, per i tuoi 100 anni: «Er monno va male, famose ‘na risata»
Brontolona e arguta, sempre con la battuta pronta per dare consigli a tutti ispirati al buon senso popolare di una romana doc, come non ne fanno più. Parliamo della sora Lella, in arte Elena Fabrizi, sorella dell’indimenticabile Aldo, che oggi compirebbe cento anni. Era nata il 17 giugno 1915. Tanti auguri, allora all’indimenticabile nonna in Bianco rosso e Verdone e Acqua e sapone di Carlo Verdone, scomparsa il 9 agosto 1993. Chi non la ricorda premurosa e disinibita, pronta a ribattere e a punzecchiare il “nipote” anche con uno scappellotto, perché quando ce vo’ ce vo’.
La lettera alla Sora Lella
Cento primavere, «so tanti, proprio tanti, ma grazie alla Scatola quadrata e ar progresso riecheggi sempre davanti a tutti noi Romani e non», scrivono i nipoti in una lettera immaginaria pubblicata da Repubblica. «Pare che stai qui a Bottega ancora seduta ar numero 14 e c’hai na parola bbona e meno pe’ tutto e tutti. Te ricordi che te dicevano che eri Aldo co’ la parrucca? Sapessi quanta gente te nomina e te vo bene ancora… e te cerca!!!”. Proprio così». La sora Lella si affaccia ancora spesso sul sul piccolo schermo che ripropone la sua lunga carriera di attrice “per caso”. Dai ristorante di Campo de’ Fiori al teatro e al cinema sulla scia del fratello Aldo. Dal suo esordio cinematografico con i Soliti ignoti di Monicelli, la paciosa e sorniona Sora Lella ha lavorato con i più grandi, è stata accanto a Totò, a Marcello Mastroianni e a Vittorio Gasmann. Cammei, comparse, spalla insostituibile nelle commedie all’italiana. Preziosa accanto a Verdone, letteralmente sedotto dalla matrona Lella, che la consegnò alla popolarità definitiva.
Una risata contagiosa
A chi non mancano le sue risate contagiose che salivano dalla pancia, la sua grassezza esibita con “orgoglio”, simbolo di solarità e di amore per la buona cucina («aricordate de magnà poco e curate er diabbete! come dicevi te..», le scrivono i nipoti), gli stornelli romaneschi accennati con apparente timidezza dal salotto del Maurizio Costanzo show. «Infatti lo voi sapè che cosa ce manca di più? – le confessano oggi i nipoti Mauro, Renato, Elena e Simone – è quanto che tornavamo a casa con papà, Mauro, Renato e io, alla Radio mandavano la replica della trasmissione, io te anticipavo le battute che davi, e dicevi sempre “Er tuo fio l’ho partorito io, no Renata”, ridevi, ridevi e io te davo un bacio».
Il mondo non è cambiato
«Qui nun è cambiato gnente, anzi peggio. Er monno va male, stamo a pezzi!! Come dicevi sempre?? Er monno va male??? Si va male è per corpa dei monnaroli!!! Sei sempre stata avanti d’artronne, de n’antro passo!!!”. Qualcosa è successo – la aggiornano i nipoti mentre probabilmente anche lassù la sora Lella è intenta a capà i carciofi e le puntarelle romane, attenta a non bruciare l’Amatriciana sur fuoco – avemo vinto er derby. A san Pietro c’è un nuovo Padrone de Casa, so’ due anni, sapessi quanto è puro!!! Sicuro che un giorno lo faranno Santo vedrai! Sei la nonna di tutta l’Italia intera che oggi ahimè tanto pura non è più». Orgoglio nazionale, simbolo di una saggezza leggera e profonda, stemperata dall’autoironia di una donna intelligente, maschera della romanità più vera. Chissà cosa direbbe oggi della “grande bruttezza» nella quale è sprofondata la sua Roma. Mafia Capitale?Periferie ferite? Forse si farebbe una risata liberatoria.