Alla festa dell’Unità il pezzo grosso del Pd parla e nessuno lo ascolta… (video)

15 Giu 2015 18:58 - di Luca Maurelli

Manca il tortellino ma non l’accoppiata birra-salsiccia, il vero richiamo del sangue, anzi del colesterolo, per qualsiasi compagno cresciuto a comunismo e feste dell’Unità. Il palco è allestito leggermente rialzato, su qualche scalino, per dare dignità all’oratore, tale Roberto Gualtieri, europarlamentare di strettissima fede dalemiana, ovviamente prima dell’avvento di Renzi, ma soprattutto espertissimo di politica monetaria europea, argomento che a Roma, nel popolarissimo quartiere di Monteverde, a metà giugno, con trenta gradi, umidità al 70%, ora di cena, profumo di salsiccia e patatine fritte, risulta gradito come un intervento a gamba tesa di Chiellini sulla tibia appena depilata.

“… Perché noi ci siamo battuti in Europa e Juncker è stato ai patti, ha lanciato il piano che crea un fondo di garanzia sulla base del quale la Bei emetterà dei Bond, che in realtà sono degli Eurobond… Ma non voglio annoiarvi…». Noooo.

È in quel delirio di bei bond che un uomo in prima fila, uno dei dodici, contati, che ha sfidato i morsi della fame, del sonno, del caldo e dell’abbiocco, tira fuori dalla tasca un telefonino e inizia a scorrere qualcosa, forse Fb, alla ricerca di un senso da dare alla serata. Poco più dietro, gli sguardi smarriti dei rari presenti, forse amici, parenti dell’oratore, che continua a espellere numeri sul grande piano di sviluppo europeo che il Pd sta portando avanti in Europa.

La telecamera indugia, però, sul backstage della platea, il ristorante, con quei tavoli un po’ più affollati da militanti realmente soddisfatti di poter partecipare al dibattito, quello sull’alternativa politica alla salsiccia, cioé l’hamburger, ma perfino sulla vera novità dell’era renziana, l’introduzione della pasta all’insalata. Le immagini tornano su Gualtieri, mentre intorno a lui giovani coppie si interrogano, salendo gli scalini, su chi sia quell’uomo che predica nel deserto e si interrompe da solo, mentre cala la commozione su quel deserto quando un bambino torna, con un’arma formidabile di resistenza politica: il coppetto di patatine fritte.

Nello storico quartiere rosso di Roma, a Monteverde Vecchio, sabato sera è andata in scena la festa dell’Unità più sfigata degli ultimi quarant’anni, esattamente alla fine della settimana più drammatica per il Pd capitolino, travolto dall’inchiesta su Mafia Capitale e dal coinvolgimenti di alcuni suoi massimo esponenti. Il giorno dopo, domenica, era annunciato Matteo Orfini. Con un bel dibattito sull’inchiesta romana. Allegria, compagni.

 

 

 

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