Sul profilo Fb anche frasi del Duce. Ora diranno che è uno stupratore di destra…

11 Mag 2015 10:57 - di Luca Maurelli

Video divertenti, macchine di lusso, abbracci con la figlia, sfottò all’ex difensore della Roma Benatia dopo il trasferimento al Bayern, una foto con Bonolis durante un programma su Canale 5, tante amiche, perfino un messaggio della sua ex moglie che lo lodava come buon padre, cuoricini di donne, frasi sull’amore e i classici selfie al mare. Il profilo Facebook di Simone Borgese, lo stupratore della tassista romana arrestato ieri e reo confesso, è quella di un ragazzo apparentemente normale di trent’anni, di scarsa cultura, di interessi banali, di sentimenti normali. Perché il “mostro”, o presunto tale, il più delle volte è uno di noi, dalla faccia pulita come quella di Simone, dalla doppia vita, come quella di Simone, ma enigmatica, impossibile da leggere, da decifrare, perfino spiando una bacheca Fb, che da qualche ora è stata chiusa alla visione pubblica dopo essere stata saccheggiata delle foto da tutti gli organi di informazione. Ma prima dell’oscuramento, tra quelle pagine qualcuno avrà scorto, come noi, anche alcune condivisioni di frasi di Benito Mussolini che Simone Borgese riciclava quasi in automatico, ogni tanto, attingendo dal profilo di amici che si rifacevano alle tante pagine apologetiche su Mussolini presenti su Fb. Quanto basta ai media dell’informazione “marchia e fuggi” per tasformare, statete certi, un volgare criminale in uno “di destra”, un neofascista, troveranno qualche collegamento con CasaPound e serviranno il “mostro” fascista sul piatto di Santoro o di Formigli. Come se la politica c’emtrasse qualcosa con la violenza sulle donne.

Il “serial” stupratore del Pd

Luca Bianchini, ragioniere romano ed ex coordinatore di un circolo Pd capitolino, nel 2012 fu  condannato a 14 anni e sei mesi di reclusione anche in Cassazione. L’uomo violentò tre donne nel 2009, appostandosi, fra la primavera e l’estate di quell’anno, nei garage condominiali delle donne così da sorprenderle e sopraffarle. A incastrare definitivamente lo stupratore fu l’esame del Dna. Tracce biologiche dell’uomo vennero ritrovate su tutte e tre le vittime: sulla studentessa di 20 anni aggredita a Tor Carbone il 2 luglio del 2009, sulla giornalista violentata alla Bufalotta il 4 giugno dello stesso anno e sulla donna stuprata il 5 aprile dello stesso anno in zona Ardeatina. C’entravano Stalin, il Che e la sinistra anche lì?

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