Smacco alla mafia, la villa di Riina diventa una caserma dei carabinieri
La villa che ospitò Totò Riina nel suo ultimo periodo di latitanza è diventata una caserma dei carabinieri. Nell’ex camera da letto del boss ora c’è l’ufficio del comandante. Un vero e proprio smacco a Cosa Nostra. L’immobile, che era stato confiscato alla mafia nel 2007 ed era stato assegnato all’Arma, si trova nel rione popolare palermitano dell’Uditore, all’interno del complesso residenziale di via Bernini. In tutto dodici ville hollywoodiane alcune delle quali già confiscate dallo Stato.
Riina nella villa bunker aveva voluto alberi e piscina
Quello fu il covo di Riina fino al 15 gennaio del 1993, quando i carabinieri arrestandolo posero fine alla sua lunga latitanza. Riina aveva voluto alberi, prati all’inglese e una piscina. Ci viveva con la moglie Ninetta Bagarella e con i figli. Qui, a bordo della piscina, brindarono per la strage di Capaci dove morirono il giudice antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Ora tutto è stato riadattato per le esigenze dei carabinieri. La piscina è sparita ed è stata trasformata nell’archivio della caserma. L’intera struttura, che si trova su un terreno di 1.720 metri quadrati, è composta da un piano seminterrato e da un piano rialzato, per una superficie coperta di 500 metri quadrati. Ad essa si aggiungono due ulteriori unità abitative. La caserma – nel corso di una cerimonia alla quale hanno partecipato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette, il direttore dell’agenzia dei beni confiscati Umberto Postiglione – è stata intitolata al maresciallo Mario Trapassi e all’appuntato Salvatore Bartolotta, medaglie d’oro al valor civile barbaramente trucidati nell’attentato in cui perse la vita il giudice Rocco Chinnici. Alla cerimonia presenti anche il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato e tanti studenti di scuole elementari e medie.