Scuola, sì ai primi articoli. Scrutini: braccio di ferro tra garante e sindacati
Passano a Montecitorio i primi cinque articoli della riforma della scuola. Importante l’approvazione dell’articolo 2 che introduce la norma sull’aumento delle responsabilità del dirigente scolastico cui spetta la “gestione delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali nel rispetto delle competenze degli organi collegiali” e introduce l’organico dell’autonomia. In pratica, il contestato “superpotere” dei presidi cui si oppongono sindacati e molti docenti.
Riforma della scuola, Rampelli critica l’art.2
Fabio Rampelli, capogruppo di FdI alla Camera, attacca il provvedimento sui presidi: “Abbiamo avuto modo di constatare il nepotismo del sistema universitario. Non vogliamo che accada anche nella scuola. Le scuole hanno bisogno di risorse economiche, palestre, aule, banchi, lavagne possibilmente digitali. Non certo di insegnanti su chiamata clientelare”. Dal ministro Stefania Giannini arriva invece un tweet entusiasta di commento: “Con ok ad art.2 #labuonascuola offerta potenziata, scuole aperte il pomeriggio, classi meno affollate, piani formativi personalizzati”.
Sindacati e docenti manifestano al Pantheon. Battibecco con Fassina
Ma fuori dall’aula di Montecitorio la protesta non si ferma. Le sigle sindacali convocano un sit in al Pantheon dove la Cgil, nonostante la minaccia del garante, annuncia che gli scioperi andranno avanti anche nel periodo degli scrutini. Una scelta illegittima secondo Roberto Alesse, presidente dell’autorità sugli scioperi: “Se la proclamazione avvenisse in palese contrasto con la normativa, la proclamazione sarebbe illegittima e spetterebbe all’autorità valutare, oltre alle sanzioni, la precettazione”. Alesse ha affermato che si stanno valutando anche i comportamenti relativi al boicottaggio dei test Invalsi per giudicare se si tratta di azioni “in contrasto con la legge che disciplina il diritto di sciopero”. Parole che i sindacati interpretano come un’intimidazione. In questo contesto la minoranza dem cerca di mediare per ulteriori limature al ddl scuola ma ciò non impedisce ai manifestanti del Pantehon di battibeccare prima con Stefano Fassina, della minoranza Pd, contestato da alcuni precari e poi con la renziana Simona Malpezzi, componente della Commissione Cultura alla quale i manifestanti hanno urlato di andarsene.