Scuola nel caos, stop del garante al blocco degli scrutini: è illegittimo

14 Mag 2015 15:15 - di Redazione

«C’è solo una cosa più ridicola della buona scuola di Renzi: il video in cui lui tenta di spiegare la riforma davanti alla lavagna» è l’ultimo tweet di Giorgia Meloni che con Fratelli d’Italia è in prima linea nella bocciature dell’ennesimo riforma bluff del governo Renzi che anche sull’istruzione procede come un rullo compressore e vorrebbe chiudere la partita entro mercoledì prossimo con il voto finale della Camera. Dello stesso tenore il cinguettìo di Fabio Rampelli a commento del web show pubblicato dal sito del governo: ‪#‎ddlscuola‬, @matteorenzi spiega la legge con gessetti sulla lavagna. Ma dovrebbe stare dietro. In punizione…». Punizione anche perché «Renzi è un imbroglione spiega il capogruppo d FdI, svelando il bluff del secondo round di consultazioni genziane. «Il governo incontra il mondo della scuola. Peccato però che alla Camera dei deputati la scadenza degli emendamenti è stata fissata prima ancora che il ddl arrivasse in aula. Una plateale presa per i fondelli delle associazioni, dei sindacati, dei deputati».

Scuola, il garante contro il  blocco

Il blocco degli scrutini è illegittimo. «Non c’è nessuna comunicazione ufficiale su uno sciopero per bloccare gli scrutini, ma anzi «incoraggianti segnali» dal governo e dei sindacati più responsabili. Lo scrive il Garante sugli scioperi Roberto Alesse in una nota, invitando a trovare un punto di convergenza per evitare proteste con azioni illegittime che danneggerebbero gli studenti e le loro famiglie. «Noi faremo la nostra parte, assicurando il rispetto rigoroso della legge sul diritto di sciopero a tutela degli utenti  – scrive ancora Alesse  – al riguardo, spero davvero che il ricorso allo strumento della precettazione resti solo un’opzione teorica, perché, in caso di blocco degli scrutini, sarebbe la via obbligata e doverosa per evitare la paralisi dei cicli conclusivi dei percorsi scolastici (esami di terza media, maturità, abilitazioni professionali)».

L’autodifesa del governo

«Questa è una svolta culturale importante per il nostro Paese perché non solo si rimette al centro l’autonomia scolastica, non solo si danno strumenti reali alla scuola per poter far sì che l’autonomia decolli ma soprattutto si immagina di traghettare la scuola dal secolo scorso a questo secolo». Sorda alla mobilitazione che in tutta Italia ha portato in piazza migliaia di precari e alle contestazioni dei sindacati e delle opposizioni il ninistro dell’Istruzione, Stefania Giannini, continua a vedere rosa. E sulla riforma del preside promosso dominus assoluto preferisce nascondersi dietro all’ironia: «Preside sceriffo? Non ho visto pistole, cinturoni per un presunto preside sceriffo ho visto invece la restituzione alla figura del dirigente scolastico di un principio che è il principio della responsabilità delle sue decisioni. Quindi strumenti e non potere». Quanto ai precari, il ministro promette: «se riusciremo, come riusciremo, con questo ddl a tirare una riga al fenomeno drammatico, anomalo del precariato storico, da un lato chiudiamo le graduatorie storiche assumendo queste centomila persone, dall’altro diamo subito una prospettiva a tutti coloro che da anni la aspettano, di fare un concorso».

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