Roma, il centro rifugiati finisce sotto sequestro. FdI: si faccia altrove

27 Mag 2015 16:10 - di Redazione
rifugiati casale san nicola

È stata posta sotto sequestro l’area di Casale San Nicola a La Storta, periferia Nord di Roma, da due settimane al centro delle proteste dei cittadini, perché destinata a diventare un centro per rifugiati. La misura, eseguita dalla polizia municipale, è scattata per irregolarità amministrative, ma la prefettura ha fatto sapere che comunque proseguiranno i lavori di adeguamento per trasformare la ex scuola privata Socrate in centro per richiedenti asilo.

Il territorio dice no al centro per rifugiati

La richiesta del territorio, però, è un’altra: «La prefettura valuti  l’idea di non realizzare questo nuovo centro per rifugiati», è stato l’appello lanciato dal consigliere municipale di Fratelli d’Italia, Fulvio Accorinti, che si è fatto portavoce delle proteste dei cittadini. Da due settimane FdI e i comitati di cittadini pongono il problema dell’inadeguatezza dell’area a ospitare il centro di accoglienza. «Sulla struttura e sull’intera area sussistono diversi vincoli archeologici, paesaggistici e architettonici non rispettati», ha spiegato ancora Accorinti, parlando anche «di autorizzazioni non richieste dai responsabili della cooperativa». Il sequestro, dunque, conferma i dubbi sollevati dai residenti e dal consigliere municipale, per il quale il sospetto di irregolarità colpisce anche «il bando, le procedure ed infine i lavori di adeguamento di una struttura la cui inidoneità era stata segnalata fin dall’inizio».

L’ombra del “Sistema Odevaine”

«Nonostante lo scandalo di “Mafia Capitale” e la scoperta del “Sistema Odevaine”, si continua a procedere con un bando per nuovi centri rifugiati da installare sul territorio comunale con una gestione al di fuori della legalità», ha commentato Accorinti, chiedendo che «ora la magistratura e tutti gli organi competenti facciano la loro parte e verifichino e approfondiscano la regolarità di tutte le procedure amministrative». E, soprattutto, invitando il prefetto a valutare soluzioni alternative per il centro rifugiati.

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