Nomadi in piazza per insultarci. Ma i razzisti, poi, sono gli italiani…

16 Mag 2015 15:18 - di Priscilla Del Ninno

Sfila l’odio rom nella manifestazione bolognese di nomadi (rom e sinti), e Giorgia Meloni, con la schiettezza che ne contraddistingue eloquio e agire politico, riassume in una sola battuta l’annoso problema di una difficile convivenza. «Se i rom, per come sono trattati dalle nostre istituzioni, manifestano, cosa dovrebbero fare i cittadini italiani di cui nessuno si occupa?». A chiederselo – opportunamente – è appunto la leader di Fratelli d’Italia, a Bologna per un’iniziativa del suo partito nel giorno della manifestazione in città dei rom e dei sinti che, partita da via Gobetti, e diretta verso piazza XX Settembre dove è previsto che il corteo si sciolga, invoca stancamante la tutela delle minoranze, la salvaguardia dei loro diritti, la definitiva messa al bando morale di convincimenti xenofobi. Peccato che mentre il corteo avanza, in strada sfilano odio sociale e intolleranza politica.

Rom, Meloni: «Affrontare il problema dei campi»

E ai manifestanti scesi in piazza contro la discriminazione, incitando però all’odio – «Basta voltare per Lega Nord e Forza Italia. Basta votare per questi bastardi», o «Quinta Colonna è un programma razzista», sono solo alcuni degli slogan tutt’altro che pacifici intonati tra chitarre e violini in piazza – hanno ironicamente risposto sia Matteo Salvini – bersaglio principe delle invettive rom e sinti che ha commentato dicendo: «Chissà perché la gente non vuole avere il campo rom sotto casa» – che Giorgia Meloni, provocatoria quanto pragmatica. Tanto è vero che in risposta alle rivendicazioni rom e sinti, per le prossime ore sono previste a Bologna anche delle contro-manifestazioni, indette in zone lontane dalla fascia urbana interessata dal corteo nomade. Diversi, allora, i presidi nel centro città: quello di Fratelli d’Italia, di Forza Italia e di Forza Nuova. La Lega Nord, invece, ha organizzato una conferenza stampa nella quale esporre le sue proposte sui campi rom. Così, proprio mentre il presidente dei sinti urla al «razzismo» delle contro-manifestazioni, e si accanisce in dichiarazioni mirate soprattutto contro le proposte avanzate da Salvini per la risoluzione del problema dei campi nomadi, Giorgia Meloni richiama efficacemente alla chiarezza d’intenti e alla concretezza delle soluzioni come antidoto al vizio ideologico. A partire, proprio, dal ghetto vittimistico in cui rom e sinti oggi in piazza a Bologna si sarebbero a detta della leader di FdI comodamente barricati. Secondo la Meloni, infatti, «i campi sono anche un modo per ghettizzare i nomadi, anche a loro ha fatto comodo che ci fossero zone chiuse dove lo Stato non può entrare e dove non si rispettano le regole. C’è una certa cultura buonista che consente loro di fare cose che ai normali cittadini italiani non vengono consentite».

La raccolta di firme di FdI

«Siamo qui – ha detto ancora Giorgia Meloni – per portare avanti una raccolta di firme che stiamo promuovendo a livello nazionale, per affrontare seriamente il problema dei campi nomadi che, secondo noi, vanno chiusi. E mentre il presidente dell’associazione sinti italiana, Davide Casadi, a margine della manifestazione bolognese, lamenta tra piagnistei e demagogia spicciola, come e perché i sinti sono «stanchi di essere considerati ladri e delinquenti», la leader di FdI ribadisce come a sua detta «i nomadi vadano trattati come tutti gli altri cittadini: se sono veramente nomadi vanno allestite delle piazzole temporanee di sosta dove possono stare per alcuni mesi, pagando le utenze. Se sono normali cittadini italiani poveri, si devono mettere in fila per accedere ai servizi sociali come accade per tutte le famiglia italiane». E mentre ci si richiama alle “pari opportunità” in nome di eguali doveri, in strada continua a sfilare l’odio rom…

 

 

 

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