«Maria Elena Boschi è solo una ministra sculettante». Parola di Salvini

8 Mag 2015 10:59 - di Redazione
maria elena boschi sculettante

Un modo per ricompattare l’ala sinistra del partito? Un ricatto a Forza Italia? O forse tutt’e due le cose? Comunque lo si voglia leggere, un fatto è chiaro: rilanciare ora una legge sul conflitto d’interessi, come ha fatto il ministro Maria Elena Boschi, ha molto a che fare con le urgenze del Pd e molto poco con quelle del Paese.

Il Cav: «Non cambiano mai»

Eppure il governo, nelle parole del ministro, sarebbe pronto a portare la legge in aula già nelle prossime settimane, presumibilmente entro giugno. Perché? In molti ci hanno visto una volontà di sbarrare la strada a Berlusconi in vista di una sua possibile riabilitazione. Lo stesso Cav, intervenendo a una iniziativa di Azzurra Libertà, il movimento giovanile di Forza Italia, ha spiegato che «mi ero illuso, ma non cambiamo mai».

Salvini e «la sculettante Boschi»

«La sculettante Boschi ha detto che la prossima priorità del governo è il conflitto di interessi. Mamma mia, ma parliamo di pensioni anziché di conflitto d’interessi», ha commentato il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, a Radio Padania, mentre Maurizio Gasparri ha parlato di «principessa sul pisello». Entrambi si sono guadagnati accuse di «sessismo» e maleducazione. Ma c’è un motivo se il ministro è diventata personalmente oggetto di attacchi non sempre improntati alla cavalleria: se è lei a parlare di conflitto d’interessi, la mente va subito all’affaire delle banche popolari, che ha coinvolto anche il padre. E proprio su questo si è soffermato Gasparri, segnalando «alla “principessa sul pisello” Maria Elena Boschi, che scopre le meraviglie del conflitto di interessi, una serie di materie sulle quali potrà esercitarsi: dopo aver fatto pratica sulle vicende del babbo, coinvolto nelle vicende di una banca toscana e del suo fido Matteo, circondato da personaggi che in materia di banche popolari hanno sollevato molti dubbi e sospetti, potrà apprendere ancora di più guardando all’interno del suo partito, il Pd».

Il “pulpito” del Pd

Insomma, a rendere urticante l’annuncio non c’è solo la netta sensazione del conflitto di interessi politici del Pd, ma anche l’idea che la predica arrivi da un pulpito che proprio non potrebbe permettersela. Un esempio recentissimo? «Nella sede di Largo del Nazareno – ha ricordato Gasparri – si è svolta nei giorni scorsi un’anomala riunione nella quale alcuni esponenti del partito hanno convocato non soltanto delle aziende delle telecomunicazioni, che sono comunque degli operatori privati liberi di incontrare chi vogliono e dove vogliono, ovviamente assumendosi la responsabilità delle loro scelte di campo, ma anche i presidenti di due delicatissimi organi di garanzia». Al vertice, ha proseguito ancora il vicepresidente del Senato, «erano presenti il presidente Cardani dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, l’Agcom, e il presidente Pitruzzella dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, l’Antitrust». «È gravissimo che due persone chiamate a ruoli di garanzia partecipino ad incontri con un partito, con delle aziende, peraltro non tutte quelle attive nel settore presenti, in una sede politica», ha proseguito Gasparri, parlando di «un conflitto di interessi gigantesco».

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