L’Europa avverte ancora Atene: «La Grecia ha solo poco tempo per non fallire»
I “falchi” del nord-Europa tornano ad alzare la voce nella speranza di convincere il governo greco ad approntare e ad impegnarsi rispetto ad un piano di rientro dal suo debito corredato da un credibile ed attuabile programma di riforme. A parlare per tutti è il più “falco” di tutti, Jyrki Katainen, considerato il più severo guardiano del rigore e dell’austerità. «Le istituzioni europee, il Fmi e la Grecia – ha tuonato il vicepresidente della Commissione europea – stanno cercando di trovare una soluzione, ma questa è nelle mani di Atene».
Monito del “superfalco” Katainen a Tsipras
La situazione dei conti pubblici ellenici e la possibilità che il Paese governato da Alexis Tsipras possa uscire dall’euro tiene col fiato sospeso tutti gli altri governi del Vecchio Continente. Solo l’Italia è esposta con le banche di Atene per 40 miliardi. Dovesse davvero finire in default l’economia greca, il contagio sarebbe immediato. Tremano tutti, insomma, Tranne i greci, forse che puntano proprio sulla paura dei loro partner per strappare condizioni più miti e scadenze meno ravvicinate delle scarse settimane concesse dalla Commissione. Il fattore tempo è infatti decisivo: potrebbe servire a Tsipras a riconquistare quella parte del suo partito, Syriza (Sinistra), oggi in forte sofferenza per i negoziati in corso. Ma gli potrebbe essere utile anche a ricercare l’accordo con gli europeisti di Nea Demokratìa (centrodestra), mentre resta sullo sfondo, come arma finale, il referendum con cui il premier greco chiederebbe ai suoi connazionali l’autorizzazione a restare nell’euro, accettandone le condizioni.
Entro poche settimane la Grecia deve presentare il piano di riforme
Comunque sia, Katainen non di nasconde le difficoltà della situazione. Egli stesso ha sottolineato che la «situazione è molto grave» mentre – a proposito dei tempi – in un’intervista a Bloomberg, il vice di Jean Claude Juncker ha spiegato che «non ci sono tante settimane di tempo» per trovare un accordo e che «i problemi della Grecia possono essere risolti solo riformando il Paese ed è per questo che Atene deve presentare un piano di riforme credibile».