Brindisi, arrestato sacerdote per violenza sessuale su minori

20 Mag 2015 15:27 - di Redazione
Arrestato un sacerdote e Brindisi

Nuovi guai per la chiesa e per i sacerdoti accusati di molestie sessuali: i carabinieri hanno messo agli arresti domiciliari un sacerdote, don Giampiero Peschiulli, 73 anni, ex parroco a Brindisi, accusato di violenza sessuale anche su minori di 14 anni. Il prete che era stato a lungo parroco della chiesa di Santa Lucia e aveva lasciato l’incarico dopo che i presunti abusi erano stati denunciati in un servizio del programma televisivo Le Iene, il 29 ottobre scorso, e la procura aveva avviato l’indagine. Almeno due gli episodi cristallizzati dalle indagini eseguite dal Reparto operativo. Vi sarebbero però anche episodi più datati per cui non è stato possibile procedere. Il provvedimento restrittivo è stato richiesto dal pm Giuseppe De Nozza e disposto dal gip Tea Verderosa. Le esigenze cautelari si fondano sul pericolo di reiterazione del reato ipotizzato a suo carico. Nel novembre scorso, dopo il sequestro dei pc del sacerdote, erano apparse scritte minatorie sui muri nei pressi della chiesa in cui per anni Peschiulli aveva prestato la sua opera. Proprio la settimana scorsa Giovanni Desio, ex parroco di Casalborsetti, nel Ravennate, arrestato nell’aprile dell’anno scorso, era stato condannato dal tribunale di Ravenna, con rito abbreviato, a 10 anni e 8 mesi di reclusione. Il pubblico ministero aveva chiesto 9 anni. Era accusato di atti sessuali con minori e di adescamento per avere fatto sesso tra il 2010 e il 2014 con alcuni ragazzini tra gli 11 e i 15 anni a lui affidati dai familiari. Ma anche di violenza sessuale e sostituzione di persona.

A Brindisi comparse scritte minatorie sui muri della chiesa

E sempre la settimana scorsa c’era stata uno scontro tra i giornalisti e l’ex arcivescovo di Cagliari: a un giornalista dell’Unione Sarda che lo aveva interpellato in merito ai recenti fatti di cronaca che hanno interessato la Curia cagliaritana (con l’arresto di un prete accusato di abusi sessuali), monsignor Giuseppe Mani, avrebbe risposto: «Il vostro giornale è un porcaio, andate a morire ammazzati». Lo aveva denunciato immediatamente il cdr del quotidiano sardo. «Dirò a tutti i parroci della Curia di invitare la gente a non comprare più L’Unione», avrebbe aggiunto l’arcivescovo. Sulla vicenda è intervenuto anche il Gruppo cronisti sardi dell’Unci, che denuncia «le inaccettabili parole pronunciate dall’arcivescovo emerito di Cagliari. Da un lato l’arresto dell’ex parroco di Villamar per abusi sessuali su ragazzini, dall’altro la misteriosa autosospensione del parroco della Cattedrale di Cagliari, sullo sfondo quella che appare una guerra di potere tra le gerarchie ecclesiastiche, vecchie e nuove – afferma il coordinatore Maria Francesca Chiappe -. I cronisti sardi auspicano che monsignor Mani torni sui suoi passi e riprenda coi cronisti un dialogo costruttivo anche sui casi più difficili e le situazioni più complicate, nel rispetto dei ruoli». E malgrdado appa Francesco abbia adottato la massima severità per questo tipo di comportamenti, mettendo fuori dalla chiesa qualsiasi sacerdote condannato, gli episodi si susseguono: pochi giorni fa, c’è stato sconcerto e sorpresa alla diocesi di Massa Carrara per la notizia sulla vita personale di un sacerdote di Massa, che avrebbe avuto incontri con un 35enne napoletano. La diocesi ha aperto un’indagine interna: il sacerdote è stato individuato e già sentito dal vescovo monsignor Giovanni Santucci per capire la fondatezza delle accuse e l’attendibilità dei fatti. Il vescovo e il suo vicario avevano ricevuto, contemporaneamente a la Nazione che aveva pubblicato la notizia, una mail correlata di numerose foto, che ritraggono il sacerdote in atteggiamenti intimi con l’uomo e, secondo il quotidiano, tra i due sarebbe circolata anche cocaina. Nella mail, firmata da un uomo di 35 anni, originario di Napoli, si racconta che il sacerdote avrebbe finto di essere un magistrato e avrebbe avuto rapporti sessuali con lui durante viaggi, vacanze e serate mondane in Campania. Il vescovo ha riconosciuto il sacerdote proprio da queste foto arrivate in diocesi. Al momento non vengono prefigurati reati e sul prete non sono stati adottati provvedimenti.

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