Alemanno: istituire un albo comunale per i luoghi di culto islamici a Roma

22 Mag 2015 18:18 - di Antonio Pannullo
Luoghi di culto islamici a Roma

«Istituire subito un albo obbligatorio delle organizzazioni religiose che non hanno sottosceitto intese con lo Stato italiano»: lo chiede il consigliere capitolino Gianni Alemanno che ha presentato la sua proposta di delibero in una conferenza stampa a Roma insieme con Giorgio Ciardi e Gloria Pasquali, esponenti del direttivo di Prima l’Italia. La proposta di regolamentazione dei luoghi di culto prende spunto ovviamente dalla situazione attuale dei centri di culto islamici nella capitale, che troppo spesso fuggono da ogni forma di controllo e di mappatura. È evidente che tale situazione, con il Giubileo alle porte, deve essere assolutamente regolamentata dal Comune di Roma. Ed è preoccupante che il Campidoglio non possieda ancora una tale mappa. La situazione è tanto più grave, hanno denunciato i tre esponenti politici, in quanto il movimento Prima l’Italia è riuscito a individuare nella capitale solo 46 luoghi in cui l’attività religiosa sia manifesta, a fronte di una stima di almeno 100 di questi siti. Lo studio di Prima l’Italia dimostra anche che la maggior parte dei luoghi di culto islamici è localizzata in siti più o meno irregolari, non controllati da nessuno e dove la lingua italiana è di fatto bandita. Alemanno ha evidenziato come soprattutto nella capitale l’immigrazione clandestina sia totalmente fuori controllo: il 2015 sarà l’anno record per l’arrivo di migranti, a fronte dei 170mila arrivato lo scorso anno, quest’anno se ne attendono più di 200mila. A Roma, secondo dati ufficiali, vivono all’incirca 330mila immigrati exracomunitari, e di questi quasi un terzo sono musulmani. In questo momento la capitale ospita nelle sue 61 strutture di accoglienza ben cinquemila profughi e altri tremila ne stanno arrivando in queste ore.

Alemanno: il Giubileo è alle porte, non abbiamo ancora una mappatura

Inevitabilmente, hanno ammonito Alemanno, Ciardi e Pasquali, Roma si troverà sempre più sotto la minaccia del fondamentalismo islamico, e, anche alla luce delle numerose minacce ricevute, è quanto mai opportuno che il Campidoglio si doti di uno strumento efficente per monitorare e mappare le realtà esistenti sul territorio. «Intendiamoci, occorre ben distinguere – ha precisato Alemanno – tra fondamentalismo e pratica religiosa, tanto che abbiamo chiesto alla grande moschea di Roma collaborazione per individuare e valutare le associazioni che vorranno iscriversi all’istituendo albo delle organizzazioni religiose». Tuttavia la situazione attuale è insostenibile, perché nel corso degli anni  iflussi migratori incontrollati, che tutto lascia pensare continueranno, hanno generato il proliferare di punti d’incontro di diverse comunità religiose. Ma questi luoghi di culto sorgono spesso nascosti dietro attività di facciata, che non tengono in alcun conto le incompatibilità sociali, identitarie e anche urbanistiche che possono causare. E di questi circa cento luoghi di culto più o meno abusivi e segreti, le autorità capitoline non conoscono i titolari, non hanno punti di riferimento e non hanno soprattutto possibilità di comunicare, per l’ostacolo linguistico, né di decreittare i messaggi lanciati durante le preghiere. Per tali motivi, nel rispetto della Costituzione e adottando i principi della Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione del 2007, si chiede l’istituzione presso il gabinetto del sindaco di Roma del suddetto Albo obbligatorio. In mancanza dell’iscrizione, è scritto ancora della proposta di delibero, si prevede la chiusira del luogo di culto stesso. Inoltre le associazioni dovranno far sottoporre i luoghi di culto a controlli igienico-sanitari, rendere disponbili traduzioni in italiano di ogni tipo di annuncio o di documentazione e garantire il libero accesso a tutta la cittaidnanza. Prima l’Italia ha stilato anche un elenco dei luoghi di culto islamici meno moderati e di quelli spesso al centro delle cronache per le frequentazioni da parte di soggetti legati alle frangie islamiche più estremiste. Lo studio ha evidenziato che la maggior presenza di questi siti è nel quadrante di Roma Est. La proposta presentata da Alemanno è stata firmata anche dai consiglieri Belviso, Cozzoli, Ghera, Mennuni, Pomarici, Rossin e Tredicine. Infine, va ricordato che Gianni Alemanno fu l’unico candidato sindaco, nel 2008, a incontrare gli esponenti della Grande Moschea di Roma.

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