Terremoto in Nepal: è strage sull’Everest tra gli alpinisti
Il devastante terremoto che ha colpito il Nepal causando migliaia di morti ha fatto tremare anche “il tetto del mondo”. La valanga sull’Everest provocata dal sisma ha travolto il campo base e si è portata via la vita di almeno 18 alpinisti stranieri lasciandone altri 30 feriti. Il timore però è che le vittime possano essere molto di più. Le comunicazioni telefoniche sono rese difficili a causa di blackout dei collegamenti. «I mie contatti non rispondono al telefono, credo che siano saltate tutte le linee», racconta da Aosta l’alpinista Marco Camandona, conquistatore di vari 8.000 (Everest, Kangchenjunga, K2 e Annapurna). «Siamo nel periodo buono per il trekking e le spedizioni», aggiunge Camandona. «Là è piena stagione e di spedizioni ce ne sono moltissime», conferma Adriano Favre, direttore del soccorso alpino valdostano ed esperto di spedizione himalayane. «Per ora non sono giunti messaggi di alpinisti in difficoltà, c’è gente sparsa ovunque e se è successo qualche guaio in montagna è probabile che lo si sappia nelle prossime ore dai campi base».
In Nepal è emergenza umanitaria
Mentre anche la Ue si è attivata per quella che è una vera e propria emergenza umanitaria, arrivano in queste ore testimonianze drammatiche. «La comunicazione è attualmente difficile, le linee telefoniche non funzionano e la mancanza di elettricità non ci consente di ricaricare i cellulari». A raccontarlo Cecilia Keizer, direttore di Oxfam in Nepal. «Non c’è acqua. Il numero delle vittime continua ad aumentare, molte vecchie case sono crollate ma il sisma non ha risparmiato edifici più moderni», ha raccontato. Oxfam si è attivata per aiutare la popolazione con la distribuzione di acqua e cibo. «La popolazione nelle zone colpite dal devastante terremoto in Nepal è «terrorizzata e nel panico». Lo riferisce in una nota lo staff di ActionAid in Nepal. La situazione è «estremamente drammatica a causa della grande densità di popolazione e la massiccia urbanizzazione della zona affetta. Un numero importante di edifici è crollato», fa sapere l’ong precisando che il suo staff è in salvo e non ci sono state «conseguenze né per le persone né per gli uffici».