Sindone, Expò e Giubileo i tre obiettivi privilegiati di anarchici e jihadisti
Tre eventi, tre possibili obiettivi. Il rischio di azioni eclatanti da parte di qualche lupo solitario. E una galassia di sigle che viene tenuta sotto strettissima osservazione dagli 007 italiani. E’ questo il quadro disegnato davanti ai componenti del Copasir, il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, dal capo dell’intelligence, il direttore dell’Aisi, Arturo Esposito chiamato in audizione dall’organismo di verifica dell’attività del Sistema di informazione per la sicurezza.
Esposito ha chiarito con franchezza quali sono le possibili minacce e quali gli obiettivi privilegiati sui quali l’attenzione dell’intelligence è massima viso che gli eventi in questione – l’ostensione della Sindone a Torino, l’Expo a Milano ed il Giubileo che inizierà il prossimo dicembre nella Capitale – porteranno, nei prossimi mesi, milioni di visitatori in Italia.
Sotto monitoraggio c’è sia la minaccia interna e, quindi, quella dei movimenti antagonisti e anarchici, sia quella jihadista. L’incubo è sempre quello del lupo solitario, un’azione molto difficile da prevenire. Ma non solo.
Il direttore del servizio segreto interno ha illustrato diffusamente in che modo l’intelligence ha preparato i due eventi ormai prossimi, Sindone ed Expo, mentre proprio in questi giorni è iniziata la programmazione dei dispositivi per il Giubileo. Un impegno molto rilevante per l’Aisi. Non c’è evidenza di progetti specifici contro queste manifestazioni, ma è evidente che il flusso di milioni di persone che arriveranno in Italia comporta una serie di rischi e conseguenti attività preventive da parte dell’Aisi, come delle forze di polizia.
Rischio anarchici e jihadisti in stazioni, porti, aeroporti
Nelle riunioni del Comitato di analisi strategica antiterrorismo, il cosiddetto “Casa“, uomini di servizi ed antiterrorismo si confrontano assiduamente sui possibili pericoli.
Sorvegliati speciali stazioni, porti, aeroporti e gli altro obiettivi sensibili.
Per l’Expo, in particolare, si guarda con attenzione al giorno dell’apertura, l’uno maggio, ma anche ai mesi seguenti che vedranno arrivare a Milano delegazioni di capi di Stato e di Governo cui dovrà essere assicurato adeguato servizio di tutela.
Una serie di manifestazioni sono già programmate alla vigilia dell’apertura così come per lo stesso primo maggio. Si seguono i fermenti del mondo antagonista, dei Centri sociali, degli anarco-insurrezionalisti, dei movimenti per la casa, particolarmente attivi nel capoluogo lombardo. Sul fronte jihadista gli occhi continuano ad essere puntati sui foreign fighters, partiti in prevalenza dalle regioni del Centro-Nord e sui possibili rientri in Italia.
La bufala dell’arabo gentile che gira su whatsapp
E’ invece stata definitivamente accreditato come una bufala l’allarme che si va susseguendo a Milano e in Lombardia attraverso una serie di ”leggende metropolitane” che hanno generato quasi una psicosi riguardo episodi, sempre gli stessi, che vedono protagonisti signori benvestiti di origine araba che, dopo aver perso il proprio portafogli, se lo sono visti restituire da parte di giovani donne le quali, in cambio, hanno ottenuto tutte la stessa raccomandazione: non frequentare grandi città, oppure non prendere la metro il primo maggio, il giorno in cui tra l’altro apre Expo, con l’allusione al pericolo di atti terroristici.
All’origine della leggenda metropolitana, un’audio bufala che circola su whatsapp. Investigatori e inquirenti milanesi dell’antiterrorismo stanno da tempo monitorando il fenomeno e effettuando gli opportuni riscontri i quali hanno rivelato l’inconsistenza di questi episodi e, quindi, di un reale pericolo di atti terroristici. Si tratta di storie che spesso si sono ripetute in concomitanza di grandi eventi oppure in seguito al verificarsi, all’estero, di attentati. I racconti che sono stati verificati sono stati riconducibili ad un effetto suggestivo relativo agli attentati che si sono succeduti in Europa, in Asia, negli Stati Uniti e in altri paesi. Dopo la verifica di questi racconti l’antiterrorismo milanese è giunto alla conclusione che non vi sia un reale pericolo.