Le famiglie non possono comprare casa. Grazie a Renzi e alle sue tasse
Un crollo inesorabile, inarrestabile. Tra il 2010 e il 2014 i prezzi delle abitazioni sono calati dell’11,5% e solo nell’ultimo anno c’è stata una riduzione del 4,2%, secondo gli ultimi dati Istat. Cifre devastanti. Il mercato immobiliare è allo stremo a causa delle tasse, attacca Confedilizia, che sono quasi triplicate dal 2011. La colpa è dei mutui impossibili da ottenere, interviene il Codacons. E poi ci sono i costi di mantenimento, osservano Federconsumatori e Adusbef, che nonostante un calo del 2% nell’ultimo anno rendono la casa «uno dei problemi principali delle famiglie».
Istat: casa, un mercato allo stremo
Le due associazioni dei consumatori stimano che quest’anno per mantenere un’abitazione di proprietà ci vorranno 1.151,20 euro al mese (25,19 in meno che nel 2014) e per una casa in affitto saranno necessari 1.693,45 euro (32,69 in meno che nel 2014). Diminuiscono infatti i tassi dei mutui e gli affitti e calano i costi energetici, ma queste riduzioni sono in parte compensate dai rincari del servizio idrico e dalla Tari. Un discorso a parte meritano i mutui che, ricorda il Codacons, sono calati del 72% tra il 2007 e il 2013 e nel 2014 hanno avuto un’inversione di tendenza «del tutto insufficiente a far riprendere il mercato. In Italia è sempre più difficile comprare casa», dice il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, perché «i mutui non vengono più concessi e la loro erogazione è sottoposta a un percorso a ostacoli impossibile da sostenere specie per le giovani coppie, i single o chi non dispone delle garanzie sempre più elevate richieste dalle banche».
Cambiare tendenza solo togliendo le tasse
Invece, secondo Confedilizia, sono le tasse le principali responsabili della crisi, iniziata nel 2012 «l’anno di introduzione dell’Imu». Il calo del 4,2% dei prezzi indicato dall’Istat sarebbe persino sottostimato «non potendo evidenziare la perdita di valore che hanno subito tutti quegli immobili che ad un atto di compravendita non riescono neppure ad arrivare, a causa del blocco che il mercato continua a soffrire», osserva il presidente Giorgio Spaziani Testa. Solo con «un segnale forte di inversione di tendenza sulla tassazione degli immobili», secondo l’associazione, si può sperare di «restituire fiducia, e quindi possibile sviluppo, ad un settore stremato». Tornando ai dati, l’Istat osserva che il calo dei prezzi riguarda sia le abitazioni esistenti (-5%) che quelle nuove (-2,2%) e si è ridimensionato rispetto agli anni precedenti (nel 2013 la riduzione era stata del 5,7%).