Expo, Martina “apre” a centri sociali, estremisti e antagonisti: «Parliamone»

13 Apr 2015 18:45 - di Roberto Frulli

Da giovane voleva fare teatro. Poi ha preso la strada della politica. Da giovane politico s’era innamorato della Compagnia delle Opere. Poi è approdato al Pd. Non c’è da stupirsi, dunque, se Maurizio Martina, da ministro quale poi è diventato, abbia ancora le idee un po’ confuse. E ora da ministro dell’Agricoltura (e dell’Expo) contestato a furor di popolo dagli estremisti No ExpoMartina, con lo spirito ecumenico che gli ha trasmesso la sintesi affaristico-religiosa di Don Giussani, vorrebbe avvicinare gli uni e gli altri: la contestatissima Expo e i suoi contestatori. Che già promettono battaglie.
«Sarebbe molto bello unire le forze, non dividersi – ragiona il sognante Martina tendendo una mano ai contestatori, un rassemblement composto da arrabbiati collettivi studenteschi, estremisti dei centri sociali e intransigenti sindacati di base – Sarebbe molto bello che alcuni temi evocati venissero compresi».
I No Expo dal canto loro hanno già annunciato intenzioni bellicose. Un corteo  che, come al solito, rischia di degenerare, soprannominato la “May day Parade” e che alle 14 del primo maggio, giorno dell’inaugurazione dell’Expo, partirà da piazza XXIV maggio. E contestazioni in piazza Scala a Milano, mentre il pubblico, Renzi incluso, arriverà in pompa magna a teatro per la prima della Turandot. Un dejavu. E’ sempre lì che ogni sette dicembre, quando il teatro inaugura la stagione, si ritrovano i duri e puri del Cub assieme agli antagonisti e ai più violenti anarchici. Per capire come andrà la contestazione all’Expo è già sufficiente leggersi le cronache del G8, quelle degli scontri a Roma o a Napoli dove, in definitiva, conta poco il contenuto sostanziale e molto la voglia di sfasciare vetrine, banche, pompe di benzina, uffici e auto dei privati cittadini oltreché, naturalmente e con gran gusto, quelle di polizia e carabinieri. Ma naturalmente basta anche rileggersi gli esiti della contestazione del 7 dicembre scorso in piazza Scala a Milano. Botte, assalti, molotov, lanci di pietre, aggressioni alle forze dell’ordine, tentativi di sfondare il cordone della polizia per arrivare ad agguantare Renzi e i vari Vip.

La Gelmini: così Martina li incoraggia alla violenza

D’altra parte le “ragioni” dei No Expo sono chiare. Le proteste sono contro la precarietà, i costi e «la cementificazione, legata all’Expo, di 1 milione di mq di area.
«Vorrei semplicemente ricordare – prova a spiegare il dialogante Martina – che cosa c’era su quell’area prima del sito espositivo: non c’erano campi di grano, era una grande area da bonificare e questo è stato fatto». E sul lavoro volontario «non comprendo la polemica sui volontari, ogni grande appuntamento internazionale ha un programma volontari. Basta ascoltare i volontari stessi per capire quanta forza ed entusiasmo c’è nella loro presenza ad Expo».
Per cui, dice Martina, «è legittimo criticare l’esposizione universale, però, se posso dare un consiglio e fare una scommessa, proviamo a guardare insieme le cose buone e positive che può portare un appuntamento come quello che abbiamo alle porte», visto che «avremo il mondo in casa».
A Martina evidentemente sfugge che è proprio questo il motivo per cui anarchici, antagonisti, Centri Sociali, sindacati di base, estremisti affilano le armi in vista dell’Expo. C’è il mondo che li guarda. E quale occasione migliore per farsi notare?
«L’apertura di credito e il dialogo che il ministro Martina crede di poter intraprendere coi No-Expo fa sorridere perché i gruppi antagonisti hanno una sola logica da affermare: quella dello scontro – Mariastella Gelmini, coordinatore regionale di Forza Italia Lombardia e vicecapogruppo Forza Italia alla Camera – La scelta di Martina di tendere loro la mano è sorprendente quanto ingenua, e non tiene conto della cultura violenta e niente affatto dialogica di coloro con cui si dovrebbe intraprendere l’improbabile dialogo».
E ci vuole poco alla Gelmini per ricordare «le numerose aggressioni violente alle forze dell’ordine. Le ha dimenticate il ministro Martina? La manifestazione che si sta preparando a Milano per il primo maggio non promette niente di buono, e le uscite aperturiste di un ministro possono costituire un pericoloso incoraggiamento alla mobilitazione anche violenta. Se Martina vuole aprire antagonisti, prima chieda loro di rinunciare alla manifestazione. Un gesto che metterebbe alla prova una reale volontà di confronto».

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