Cristiani gettati in mare, convalida dei fermi per i quindici musulmani
Cristiani gettati in mare, la procura di Palermo chiede al gip la convalida dei fermi dei quindici migranti. Sono accusati dell’omicidio aggravato dall’odio per motivi religiosi, di dodici nigeriani e ghanesi cristiani con i quali si erano messi in mare per raggiungere le coste italiane. Il giudice per le indagini preliminari ha quarantott’ ore di tempo, dall’arrivo dell’istanza per fissare l’udienza. Il pm titolare dell’indagine, Renza Cescon, ha sentito i superstiti che hanno accusato i compagni di viaggio poi fermati.
Cristiani gettati in mare, la drammatica testimonianza dei superstiti
I migranti hanno ribadito quanto raccontato alla polizia al momento dell’arrivo a Palermo e cioè di avere intrapreso il viaggio per l’Italia in cento e che, a un certo punto della traversata, sarebbe scoppiata una lite. Un gruppo di compagni di viaggio, in francese, avrebbe chiesto loro se erano cristiani e avrebbe reagito alla risposta positiva aggredendoli e buttandoli in mare. Secondo le dichiarazioni raccolte dalla polizia altri cristiani si sarebbero salvati «perché si sono opposti strenuamente al tentativo di annegamento, in alcune casi formando anche una vera e propria catena umana». I racconti dei superstiti sono al vaglio degli inquirenti ma i quindici indicati come gli autori dell’omicidio – provenienti dal Mali, dal Senegal e dalla Costa d’Avorio – sono stati tutti fermati. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia.