Il coraggio che è mancato a Genova: Buffon dedica la “sua” vittoria a Quattrocchi

15 Apr 2015 17:59 - di Priscilla Del Ninno

Grande Buffon: trova il coraggio che non ha avuto l’amministrazione di sinistra di Genova, e nei quarti di Champions League disputati martedì sera a Torino contro il Monaco veste la maglia della Juventus Gigi Buffon, ma parla da azzurro orgoglioso quando dedica la vittoria della sua squadra a Fabrizio Quattrocchi e Piermario Morosini, due eroi italiani “morti sul campo”. Due differenti esempi di coraggio e dedizione. Due esemplari protagonisti di storie lontane, accomunate però da una fine prematura e da un destino sfortunato che si sarebbero compiuti per entrambi il 14 aprile, del 2004 per Quattrocchi, del 2012 per Morosini.

Buffon e l’omaggio a Quattrocchi

Come noto, Fabrizio Quattrocchi, ostaggio durante la guerra in Iraq insieme ad altri compagni di sventura, era una guardia di sicurezza privata, ed è stato rapito e ucciso a sangue freddo dal terrorismo internazionale. Fabrizio è stato l’unico dei quattro italiani sequestrati giustiziato senza motivo: per gli altri, infatti, sarebbe arrivata a breve dalla sua spietata esecuzione la liberazione, dopo un blitz delle forze speciali. Simbolica e doppiamente commovente, allora, la medaglia d’oro al valore civile attribuita postuma a Quattrocchi, rimasto famoso per la dimostrazione di coraggio umano e orgoglio patriottico resa con la frase pronunciata nel momento in cui i suoi rapitori gli stavano per sparare: «Adesso vi faccio vedere come muore un italiano».

L’esempio di Morosini

Altra storia, invece, quella di Piermario Morosini, figura che ha contribuito a ridare slancio e dignità all’immagine del calciatore, troppo spesso offuscata da comportamenti non proprio esemplari tenuti sul campo e fuori. Piermario era un giovane sportivo, un fratello generoso nel prendersi cura di due fratelli disabili; un calciatore del Livorno, morto sul campo, sotto gli occhi sgomenti di colleghi e tifosi, durante una partita di campionato di serie B. Ha accusato un malore, Piermario, si è ripiegato su stesso al trentunesimo minuto di Pescara-Livorno, accasciandosi per terra. Il malessere, purtroppo, si sarebbe presto rivelata una crisi cardiaca che i soccorsi – su cui si sarebbero concentrati in seguito dubbi e polemiche riguardo tempistica ed efficienza dei servizi – non riuscirono a bloccare ed arginare. Due uomini, Quattrocchi e Morosini, che la sfortuna e i mancati riconoscimenti non riusciranno a cancellare dall’immaginario collettivo. E, sicuramente, dal cuore caldo del portiere della Nazionale, Gigi Buffon.

 

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