Tosi e Salvini ad un passo dalla rottura. Il caso Veneto spacca la Lega

3 Mar 2015 13:40 - di Mauro Achille

Carezze e pugni. Nella Lega il dopo consiglio federale che ha imposto durissime condizioni a Flavio Tosi, il sindaco di Verona dissidente, la guerra continua. A fasi alterne. “Spero che Tosi farà grandi cose insieme a noi”, dice il leader della Lega, Matteo Salvini nel corso de La Telefonata di Belpietro in onda su Canale 5. E questa è la carezza. Ma subito dopo arriva il pugno nello stomaco:”Chiunque esce dalla Lega poi non va da nessuna parte”. Come a dire, non provarci neppure. Concetto ripreso pari pari da Roberto Maroni che pure di Tosi si confessa amico ai microfoni di Radio Anch’io: “Spero che non succeda perché sarebbe un danno per la Lega ma sarebbe anche la fine politica di Tosi”.

L’ultimatum di Matteo Salvini

Insomma i nervi sono tesi, tesissimi. Ed è difficile immaginare come andrà a finire. Certo è che la riunione del Consiglio federale ha lasciato strascichi pesanti. Di fronte all’ultimatum di Salvini che ha obbligato Tosi a scegliere entro una settimana tra la tessera della Lega e quella della sua fondazione “Ricostruiamo il Paese”, e a mettersi d’accordo con Zaia sulle candidature per le Regionali in Veneto, lasciando all’ex parlamentare Dozzo l’ultima parola, il sindaco di Verona non ha battuto ciglio. E tutto è finito lì. Nel silenzio generale.

La Lega sale nei sondaggi

Eppure quella riunione doveva servire a trovare un punto di incontro, un equilibrio tra le ragioni di Tosi, che è anche leader della Liga Veneta, e quelle di Zaia, il presidente di regione uscente che non vuole liste civiche che lo affianchino oltre quella che porta il suo nome. Sarebbe sbagliato, però, limitare il contenzioso Tosi-Salvini soltanto alle faccende venete. E’ da tempo, ormai che il sindaco di Verona va scavando fossati rispetto alle posizioni del segretario del Carroccio, cui contesta una linea politica troppo spostata a destra e di chiusura rispetto agli alleati di centrodestra, a partire da Forza Italia. Alleati che ora guardano con interesse a quanto sta accadendo nella Lega. A Berlusconi non sono piaciuti i toni del comizio romano di Salvini. E’ un dato , però, che il leader della Lega continua a salire nei sondaggi. E questo lo sa anche Tosi.

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